Per
documentare Cittadinanza e Costituzione dal basso
a cura di Rodolfo
Marchisio
Venerdì 7 ottobre, nella sede dell’Archivio di Stato a Torino, si è tenuto il seminario
Le carte della scuola: memoria del passato, memoria del futuro. Una ricognizione tra le risorse
organizzato dalla Rete degli archivi della scuola e da una serie di partner (tra cui Istoreto).
Si è parlato di Archivi scolastici a fini didattici e di Documentazione e conservazione della didattica.
Come scuola polo rete Cittadinanza attiva di Torino la SMS Bobbio ha dovuto documentare non solo l’anno di sperimentazione relativo al bando nazionale CC, ma anche i progetti ed il lavoro delle 13 scuole della rete (25 nel progetto Diritto e rovescio): ogni anno il lavoro di 150/200 classi, in tutto oltre 1300 files presenti ora sul sito della scuola polo. Per tutti i buoni motivi per cui vale la pena di documentare la didattica e perché rientra fra i compiti delle scuole polo (come da protocollo d’intesa con USR Piemonte) curare la documentazione, diffusione e del lavoro delle scuole della rete.
Ho proposto alcune riflessioni sulla utilità e sulle problematiche del documentare “dal basso”.
1- esistono diversi livelli di documentazione, perché esistono diverse fasce di utenza. Diverso è far conoscere la produzione metodologica e didattica delle scuole su:
a) GOLD (la piattaforma nazionale ANSAS), come nel caso del progetto nazionale ad es.
b) Su siti specializzati o istituzionali (Educit-USR, ISTORETO; Pavonerisorse) su cui può andare solo una selezione qualitativa di quanto prodotto, ma con diversa visibilità.
c) Sul sito della scuola polo (o delle scuole) che sono i primi che docenti coinvolti, famiglie, ragazzi vanno a vedere.
2- E’ necessario, per la efficacia del lavoro, creare una struttura ordinata e di facile consultazione e dare degli standard
a) a livello metodologico: - non progetti, ma scheda di progetto da compilare uguale per tutti, per presentare e rendere paragonabili e più leggibili alcuni parametri; - schede sulle competenze base di cittadinanza attese e relativi indicatori, sulle sottocompetenze legate a tema e tipo di attività (con indicatori) e scheda docenti per la rilevazione dei livelli di raggiungimento; - da un lato tutti i lavori dei ragazzi, ma ai fini della efficacia della documentazione solo 1 o 2 lavori esemplificativi con la spiegazione del perché possono rappresentare il lavoro fatto.
b) A livello tecnico e tenendo conto delle competenze base dei nostri colleghi, standard di formati (no .docx perché troppi non lo leggono, ad es.) e di “peso”.
Ho ricevuto files dai 50 mega in su che piattaforme ufficiali per la scuola piemontese come Dschola, ma anche un utente medio “digerisce” (e scarica/vede) a fatica. Si può pubblicare di tutto, dal cartellone (facendo una foto leggibile e salvando in formato leggero) al video di uno spettacolo di vari Giga. Ma poniamoci il problema che per essere utile la gente deve aver voglia e tempo di scaricare e leggere. L’utente medio dopo pochi minuti si stufa già. Meglio un trailer che niente.
In conclusione
credo sia utile/abbia senso documentare a vari livelli per i problemi detti
occorre uniformare standard e procedure di pubblicazione e produrre in modo coerente
è indispensabile fare un salto tecnologico relativo a luoghi e supporti.
Tutti abbiamo in casa il museo dei supporti divenuti (alcuni in pochi decenni, altri in pochi anni) obsoleti e illeggibili: diapositive, audio e videocassette, dischetti e ora CD/DVD. Significativo che l’unico supporto la cui vita non si misura in pochi decenni o anni, ma in secoli sia la carta, il libro, che sono ancora lì, ma che purtroppo si rovinano nel tempo.
Che senso ha che le scuole documentino oggi (ma per il futuro) su CD/DVD, quando già ora molti dei PC e degli strumenti di lettura NON hanno più il lettore/masterizzatore?
Piattaforme
Al presente, la soluzione è la rete. Anche in Italia si comincia a parlare di Cloud e di lavoro/archiviazione su server remoti; ma, a parte i soliti problemi di sicurezza, ricordiamo che alcune delle piattaforme più gettonate 5 anni fa oggi hanno chiuso, i loro server fanno altro: il nostro lavoro dov’è finito?
L’affidabilità nel tempo di piattaforme e siti su cui pubblichiamo è una variabile importante se vogliamo archiviare/documentare per il futuro.
Per le piattaforme da usare valgono i concetti di cui discutevamo negli anni 90:
1- facilità e velocità di accredito (login) se richiesto
2- facilità d’uso in scrittura e lettura (amichevolezza)
3- interfaccia amichevole e invito operativo: ti invitano a cliccare, ad andare oltre?
Ci siano abituati, in rete, a fare le cose se ci catturano, si fanno facilmente e in fretta.
Il signore che ci ha abituato al mouse, alle icone, che ci ha tolto dischetti e
poi CD ci ha anche insegnato che un’operazione che non si fa in 3 clic (oggi 3
“tocchi”) è stata mal programmata.
Anche per questo molti lo rimpiangeranno; per aver messo in pratica, con alcune
serie contraddizioni, il concetto classico del diritto all’amichevolezza
delle tecnologie.
Note:
1. I concetti citati (invito operativo,
interfacce amichevoli, diritto alla amichevolezza delle tecnologie sono stati
introdotti nelle riflessioni della scuola piemontese tra i primi da M.
Guastavigna che scrive
su questo sito
2. Segnalo la grave situazione della archivistica: in Piemonte sono rimasti in
9, ma i “precari”, anche qui come in tutto il paese, stanno rischiando il posto.
A metà ottobre manifestazioni in tutta Italia dal titolo significativo: “…Alla
fine non ne rimase più nessuno”.