Direzione didattica di Pavone Canavese

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(11.03.99)

 

PARLARE… CONOSCERE…Conoscersi
La lingua italiana nella scuola multiculturale
Concluso a Stresa il seminario di studio e produzione organizzato da
Ministero della Pubblica Istruzione
Direzione Generale Istruzione Elementare
Commissione Nazionale Educazione Interculturale

 
Si è concluso il 10 marzo 1999 il seminario di studio e produzione incentrato sulle problematiche dell'insegnamento della lingua italiana come lingua seconda nella scuola multiculturale.

Il resoconto dei primi due giorni di lavoro è già stato presentato.

Nella giornata conclusiva sono continuati i lavori di gruppo ed è stata presentata la sintesi degli stessi.
In chiusura sono poi intervenuti il Prof. Alessandro Bosi (Università di Parma), il Prof.
Duccio Demetrio dell'Università statale di Milano ed il Direttore Generale Carmelo Maniaci.

Nel suo intervento il Prof. Bosi ha sottolineato gli elementi comuni dei percorsi dei lavori di gruppo.
In particolare Bosi ha messo in evidenza la necessità di cogliere, nella lingua, non solo l'elemento tecnico-funzionale ma anche il portato culturale. La lingua implica infatti relazione, interazione tra storie ed individui specifici che nella lingua e con la lingua costruiscono cultura ed identità. In realtà - ha continuato Bosi - l'italiano come lingua2 ha come referenti non solo gli immigrati ma anche quanti oggi in Italia parlano un italiano completamente diverso da quello in uso a scuola. In questi anni la rottura della comunicazione intergenerazionale ha infatti costituito all'interno della stessa società italiana "tribù" con linguaggi e storie molto diverse tra loro. Mondi che non comunicano più, isole. Le nostre stesse città, la loro struttura ed il nostro modo di abitarle, ha condotto ad una privatizzazione delle relazioni sociali che ha comportato la perdita della ricchezza delle relazioni comunicative. Oggi la lingua italiana non è più patrimonio comune delle diverse generazioni e, in fondo, i primi a cui insegnare l'italiano sono oggi i nostri figli. Figli che percepiamo ogni attimo di più come stranieri, appartenenti ad altre culture con le quali è sempre più difficile entrare in relazione. Si tratta allora, ha concluso Bosi, di ripartire dalla lingua come espressività e relazionalità. La lingua è infatti condizione di reciprocità, è racconto di sé all'altro e nel contempo richiesta all'altro di raccontarsi.

Il Prof. Duccio Demetrio, nelle conclusioni pedagogiche, ha ripreso il filo di Bosi sottolineando come oggi nella scuola si scontrino due posizioni pedagogiche: la posizione che vede il linguaggio dal solo punto di vista funzionalista (e che quindi accorda maggiore valore alla struttura sintattica e all'efficacia) e la posizione - che ha definito narratologica - che sottolinea prioritariamente l'aspetto semantico, la reciprocità che elabora senso e significato.

A che serve infatti imparare una lingua straniera ? Una lingua seconda ? Serve, ha risposto Demetrio, per raccontare sé agli altri, per costruire e raccontare storie, per ascoltare le storie degli altri. In questa prospettiva la lingua implica come elemento strutturale una reciprocità narrativa che è in se stessa interculturale. E' incontro tra individui, è disponibilità alla relazione, al comprendersi e al comprendere. E' l'inizio di una storia nuova costruita assieme.

Concludendo Demetrio ha sottolineato la necessità che l'approccio interculturale non abbassi la guardia nei confronti del razzismo, pericolo mai vinto una volta per sempre. La scuola, e la scuola pubblica in primis, è il luogo nel quale la relazione con il territorio e la concretezza del quotidiano esprime tutta la passione civile che sottende all'interculturalità.

Chiudendo i lavori del seminario il Direttore Generale dell'Istruzione Elementare, Carmelo Maniaci, ha ricordato l'impegno del Ministero e della Commissione Nazionale sull'educazione interculturale nei confronti di uno degli snodi principali dell'educazione nella società italiana. Impegno che si concretizzerà nella realizzazione di un kit multimediale nel quale saranno raccolti tutti i materiali dei tre seminari sin qui realizzati. Kit che sarà offerto come supporto alle scuole dell'autonomia affinché il percorso iniziato possa continuare nel concreto sperimentarsi di una scuola che educa alla cittadinanza a partire dalla differenza riletta come valore positivo per la crescita sia dei singoli che delle società democratiche.


GRUPPI DI LAVORO

Cinque sono stati i gruppi di lavoro che hanno approfondito i temi del seminario. Ognuno di essi è stato guidato da un rapporteur con specifica competenza e coordinato da un membro del gruppo di lavoro per la documentazione

  1. L'Italiano nella fase di accoglienza (rap. Renzo Zuccherini, coord. Giovanna Merlina)
  2. Come studiare in Lingua 2: approccio alle discipline (rap. Immacolata Tempesta, coord. Marco D'Ottavi)
  3. Multimedialità e scambio interculturale (rap. Gloria Bernardi, coord. Patrizia Capitali)
  4. Cultura d'origine, arti e letteratura (rap. Paola Falteri, coord. Vinicio Ongini)
  5. Didattica dell'italiano come seconda lingua (rap. Massimo Maggini, coord. Giovanni Fiorentino).

 

Multimedialità ed interculturalità

Impossibile rendere qui ragione della ricchezza e della complessità delle proposte emerse durante i lavori dei gruppi. Si è comunque trattato di un momento di grande intensità: in ogni gruppo sono stati infatti presentati i molti progetti che le diverse scuole avevano portato a Stresa e sono state elaborate riflessioni in ordine ai nodi problematici ed alle strategie di soluzione degli stessi.

Di particolare interesse, visto lo strumento telematico sui cui appare questa sintesi, risulta il lavoro svolto dal gruppo che rifletteva su multimedialità ed interculturalità.

Il gruppo ha infatti evidenziato come la multimedialità (intensa in senso ampio e quindi comprendente anche le reti, la comunicazione telematica e gli ambienti ipermediali) costituiscano un potente strumento in ordine all'educazione interculturale.

La multimedialità è infatti agente di cambiamento sia nella direzione dell'organizzazione che in quella metodologica. La multimedialità infatti

  1. spezza l'unità di tempo
  2. implica flessibilità
  3. spezza il circolo dell'autoreferenzialità.

La rete si configura inoltre come strutturalmente interculturale in quanto:

Inoltre la multimedialità valorizza l'operatività (lo studente autore) e per la sua stressa intrinseca logica richiama competenze e modalità di operare tipicamente interculturali:

Sono inoltre stati presentati molti i pacchetti multimediali a matrice interculturale, sia per quanto concerne il contenuto che per quanto concerne direttamente l'apprendimento della lingua italiana come lingua 2 (anche se in questo settore i prodotti sono ancora pochi). 

aluisi tosolini