(29.04.03)
Il docente di fronte alle TICDato per scontato che gli studenti imparano ad usare le TIC, come è sempre stato, nell"iperscuola" (Calvani), alla Tv, al Pc, coi videogiochi, ma anche a casa, nei centri culturali, nelle biblioteche tutte le volte che usano (o si immergono in) nuovi ambienti o strumenti, occorre che anche i docenti di rendano conto di:
a) come cambino i contenuti delle materie in relazione alla
evoluzione sociale, culturale, tecnica
b) imparino a usare le moderne tecnologie di comunicazione, nel loro lavoro docente e
nella didattica.
c) si costruiscano quindi competenze specifiche o applicate
Si richiedono quindi al docente nuove competenze pedagogiche e
didattiche.
Prima di tutto domandarsi cosa si prova e come si sta nel fare nuove esperienze
(dai videogiochi alla rete). Occuparsi cioè, con empatia, degli aspetti emotivi e
relazionali del rapporto con le tecnologie.
Poi comprendere e saper formare alla comprensione critica delle novità culturali e
educative indotte dalle/espresse attraverso le tecnologie
Saper migliorare, attraverso le tecnologie e facilitare, aggiornare i processi di
apprendimento disciplinare e interdisciplinare
Saper scegliere, costruire, adottare nuovi ambienti di apprendimento, di comunicazione
di esperienza.
Il luogo e il senso delle TIC nella scuola
Ovviamente in questo contesto ha poco senso un apprendimento legato ad una sola modalità di trasmissione monodirezionale (la lezione) e confinato in un solo spazio (laula), ma si prospettano
a) nuove modalità da scoprire e costruire, per esempio
legate alla analisi, alla costruzione di prodotti e percorsi,
b) nuove esperienze comunicative, di collaborazione e di cooperazione,
c) una pluralità di luoghi di lavoro e di esperienza: dai laboratori, alle
aule. Ovunque ci siano tecnologie da usare. Ma anche ovunque le tecnologie ci possano
portare (dal quartiere al mondo)
In una costruzione collaborativa (tra docenti ed allievi) di nuova
conoscenza, esperienza, cultura.
Attraverso esperienze collaborative o cooperative a distanza dei ragazzi.
Non è un caso se le moderne tecnologie hanno ridato forza alle correnti pedagogiche basate sul costruttivismo (Bruner), sui laboratori (Freinet), sulla didattica del fare e del fare insieme.
Ne deriva una didattica cooperativa e collaborativa, legata alla costruzione di modelli, prodotti, ambienti, fortemente interdisciplinare. Sia perché il confine (artificioso) fra le discipline è sempre più difficile da rispettare (ad es in una ricerca sulla globalizzazione) sia perché questo lavoro porta a far collaborare docenti con competenze diverse.
Competenze da formare nel docente
Competenze tecniche, di uso delle macchine dei pacchetti e del software didattico. Integrate da nuove figure di docenti tutor e dal supporto di tecnici e contratti di manutenzione.
Soprattutto competenze pedagogiche e didattiche nuove, legate alluso nella didattica ed al ruolo educativo
Competenze relazionali. Interpersonali (cosa succede fra ragazzi che collaborano, fra ragazzi e docente, fra ragazzi e tecnologie, fra docente e tecnologie).
Competenze interdisciplinari, interprogettuali
Competenze collaborative (coi ragazzi, coi colleghi, con animatori e nuove figure nella didattica)
Competenze organizzative. Saper organizzare situazioni di lavoro didattico nuovo e processi che puntano a prodotti.
Oltre a competenze disciplinari. Come cambia la materia, il campo concettuale della disciplina, linsegnamento e lapprendimento della materia con le TIC?.
Competenze e formazione
Quello che lamentano, per ora (ma siamo solo agli inizi), molti
docenti impegnati, in varie zone dItalia, nei corsi ministeriali livelli A, B come
allievi o tutor è che mentre lECDL è una proposta chiara, necessaria, ma che
avvertono come non centrata sulla scuola e non sufficiente, la parte debole e non chiara
del progetto sarebbe proprio, per il momento, la parte pedagogica, metodologica e
didattica.
Altri invece come documenta M. Guastavigna nel suo ultimo articolo si appiattiscono sulla
ed anzi reclamano lECDL
Le capacità di base chieste al docente oltre alla capacità di gestire programmi (soprattutto nella scuola dellobbligo) sono quelle di:
occuparsi degli aspetti culturali (cosa ci cambia intorno)
occuparsi anche degli aspetti formativi, relazionali ed emotivi (cosa cambia nei rapporti tra noi e dentro di noi)
saper scegliere, usare, valutare ambienti e prodotti
saper organizzare e gestire esperienze (spesso aperte) di esperienza, comunicazione, apprendimento.
Per questo i moduli pedagogici, metodologici, didattici saranno quelli qualificanti ed il loro sviluppo, partendo dalla formazione dei tutor, dai materiali, dalle esperienze proposte, la chiave attraverso la quale la formazione in atto potrà portare a evoluzione o involuzione nelluso delle TIC nella scuola.
Bibliografia
Atti TED www.ted-online.it
Articoli di M. Guastavigna nella rubrica dedicata alle TIC
Lultimo http://www.pavonerisorse.to.it/pstd/sconfortic.htm
Articoli su altrascuola www.altrascuola.it sezioni "riflessioni"
Tra cui http://www.altrascuola.it/article.php?sid=564
http://www.altrascuola.it/search.php?topic=6