Direzione didattica di Pavone Canavese

Multimedialità e dintorni

(05.04.04)

Patente pedagogica, ECDL e Antitrust
di Rodolfo Marchisio

 

Due notizie recenti ci permettono di chiarire 2 aspetti fondamentali del rapporto Scuola – ECDL.

La prima è una notizia dell’ANSA del 15/3 che citiamo (il grassetto lo abbiamo messo noi)

(ANSA) - ROMA, 15 MAR - Per la valutazione delle conoscenze informatiche la Pubblica amministrazione dovrebbe individuare uno ''standard di riferimento'' evitando di accordare una preferenza assoluta a una sola certificazione. E' quanto sostiene l'Antitrust che segnala come la pubblica amministrazione sia andata attribuendo in Italia un ''crescente riconoscimento alla certificazione ECDL (European Computer Driving License) delle conoscenze informatiche di base, a partire dalla sottoscrizione nel 1999 di un protocollo di intesa tra il ministero della pubblica istruzione e l'associazione Aica che rilascia la certificazione ECDL'' nel nostro Paese. ''L'Autorita' - si legge nel numero di oggi del Bollettino - ritiene problematico il consolidamento di una preferenza assoluta da parte della Pubblica amministrazione per un' unica determinata certificazione, in quanto il conseguente effetto di favore per gli operatori che offrono tale certificazione potrebbe determinare una restrizione della concorrenza nel settore''. L'individuazione di uno standard da parte delle amministrazioni pubbliche - avverte l'Antitrust - ''non dovrebbe comportare di per se' l'esclusione di certificazione equipollenti'', proprio in considerazione del livello comunque ''minimo'' delle conoscenze che tali certificazioni dovrebbero attestare. "I test center accreditati, tuttavia - continua l'Authority - offrono, normalmente, anche i servizi di formazione finalizzati al conseguimento della certificazione ECDL e spesso si propongono fondamentalmente per la certificazione della conoscenza specifica del sistema operativo e dei programmi applicativi di ambiente Windows"

Quindi:

  1. La PPAA deve stabilire uno "standard di riferimento" in modo autonomo ed in base alle proprie necessità (ad esempio quelle legate all’apprendimento ed alla formazione) senza appiattirsi in modo acritico su un modello esterno preesistente.
  2. Lo avevamo già detto in tanti, ma oggi lo dice l’Antitrust.

  3. La PPAA (e la scuola, in specifico) non possono fare accordi in cui un modello (ECDL) e un Ente certificatore (AICA), siano unici e di fatto detengano il monopolio della certificazione. Con specifico riferimento all’accordo fra il MIUR e l’AICA. Se deve essere mercato, almeno che sia "libero mercato". Ammesso che esista.
  4. Il livello che queste certificazioni attestano è un livello minimo, di base, generico.
  5. L’ ECDL fa riferimento a competenze legate all’ambiente Windows (già più volte condannato) di cui rafforza, di fatto, il monopolio

La seconda riguarda la sperimentazione avviata in Italia ed in altri paesi (l'Italia, la Grecia e la Repubblica Ceca) di quanto da tempo si realizza in Danimarca e Norvegia: la Patente Pedagogica Europea per l'uso delle TIC.

    Citiamo da Sophia:

    "Il progetto Patente Pedagogica Europea per l'uso delle TIC nasce in Danimarca dove la struttura concettuale è applicata dal 1999. Dal 2002 il programma di sviluppo professionale degli insegnanti specializzati nell'uso delle TIC è applicato anche in Norvegia, coinvolgendo così circa 58.000 docenti. E' possibile esportare nel resto d'Europa tale programma? Parte da qui il progetto finanziato dalla Comunità Europea denominato "EPICT". Si svilupperà in due anni (24 mesi). Per l'Italia sono coinvolti direttamente tre Istituti scolastici: Liceo "Giorgione" (Classico e Scientifico), IPSIA "Galilei" e Istituto Comprensivo n. 2 della città di Castelfranco V.to (TV), oltre al DIST (Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica) dell'Università di Genova, sotto la supervisione e con il sostegno del Ministero (MIUR), in particolare della Direzione Regionale del Veneto.

    GLI OBIETTIVI
    L'obiettivo principale è di collocare il programma Danese per lo sviluppo professionale delle TIC degli insegnanti in Italia, Repubblica Ceca e Grecia e quindi sviluppare un modello per lanciare il servizio a livello europeo. Il Progetto mira a soddisfare i bisogni dei docenti per quanto riguarda l'uso del computer come strumento educativo e formativo. La patente che si potrà conseguire alla fine del percorso formativo on-line e non solo, realizzato per moduli, costituirà un titolo di certificazione formale riconosciuto a livello europeo, come già accade per l'ECDL. Alla base di tale proposta è l'idea di una nuova struttura di sviluppo professionale per gli Insegnanti, fondata sulla convinzione che deve esserci una logica pedagogica dietro ad ogni abilità legata alle TIC, una logica radicata nella pratica scolastica quotidiana e resa effettiva come e-learning in giusta dose.

    CARATTERISTICHE DELLA PATENTE
    Ciascun campo educativo avrà un proprio programma particolareggiato che comprende temi sia tecnici sia pedagogici rispetto all'uso delle TIC nei processi educativi. Una patente consisterà in una serie di moduli (da 5 a 8), ciascuno con un suo tema. Alcuni moduli sono obbligatori, altri facoltativi. Gli insegnanti lavorano in gruppi, utilizzando il web ed un sistema di conferenze, ma anche incontrandosi per discutere i moduli e gli scenari di apprendimento che essi stessi sviluppano. La patente dovrà garantire l'acquisizione di competenze su come si possa insegnare con le TIC , sulle TIC e nelle TIC. Sulla base dei programmi nazionali che saranno definiti si svilupperà l'azione successiva.

    L'IMPATTO

    Il lavoro si fonderà su criteri condivisi di qualità. Un certificato di alta qualità, parallelo all'ECDL, per gli insegnanti relativo all'uso pedagogico delle TIC nel campo educativo non solo darà luogo ad un grande cambiamento nell'approccio europeo allo sviluppo professionale dei docenti in servizio, ma porterà ulteriori e significativi progressi in questo campo."

    Non abbiamo tutti i particolari del progetto, ma

    1- Che si parli di Patente pedagogica europea è già un sollievo.

    L’impostazione del progetto ha comunque la caratteristica di essere una "patente" (quando ci libereremo di questo concetto?) costruita attraverso un percorso strutturalmente non molto dissimile dalla formazione For Tic, ma che nasce nella scuola e per la scuola, prescindendo dalla ECDL, che ha fagocitato da noi i percorsi di formazione A, facendoli diventare, anche per come sono stati gestiti, tutti tecnologici e pochissimo pedagogici e didattici.

    Basta guardare la differenza nel numero di iscritti ai 2 tipi di moduli e le aspettative distorte di molti colleghi, che si lamentano ancora oggi che la frequenza dei corsi "non abbia dato loro l’ECDL gratis".

    2- Alla base di tale proposta è l'idea di una nuova struttura di sviluppo professionale per gli insegnanti, fondata sulla convinzione che deve esserci una logica pedagogica dietro ad ogni abilità legata alle TIC, una logica "radicata nella pratica scolastica".

    "La patente dovrà garantire l'acquisizione di competenze su come si possa insegnare con le TIC , sulle TIC e nelle TIC".

  1. L’aspetto fondante è che si sta spostando l'accento da un approccio centrato sulle abilità relative alle TIC ad un approccio basato sulla pedagogia.

Sitografia

  1. la notizia Ansa è tratta dal sito ANSA e ripresa recentemente (26/3) sul sito Sophia
  2. la notizia sulla sperimentazione della patente pedagogica è citata dal sito Sophia cui rimandiamo per approfondimenti

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