09.11.2008
Scrivere dritto su righe
storte:
Insegnare cittadinanza e Costituzione
di Giuseppe Adernò
Dei 31 giorni del mese di ottobre solo quindici
sono stati fruttuosi per lo studio e per gli apprendimenti scolastici.
Secondo la logica della irreversibilità del tempo che passa e che non
ritorna si comprende come le altre opportunità non sono da considerarsi
recupero di ciò ce non si è fatto, anche se sono stati acquisiti altri
apprendimenti nelle vie e nelle piazze, attraverso la partecipazione ed il
coinvolgimento alle manifestazioni democratiche.
Ora si ritorna a scuola e si spera che il ritmo ordinario
delle lezioni non venga di nuovo interrotto, a scapito di un buon rendimento
a fine quadrimestre.
La legge è stata approvata dal Parlamento e dal Senato ed è “legge dello
Stato” e come tale va rispettata ed attuata .
Il primo articolo del decreto legge 137/2008 “Disposizioni urgenti in materia di istruzione università” sostiene già sin da quest’anno l’introduzione sistematica dello studio di “Cittadinanza e Costituzione” nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale già sin dalla scuola dell’infanzia E’ stato inoltre aggiunto che “al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, definito dalla Carta costituzionale, sono altresì attivate iniziative per lo studio degli statuti regionali delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale”.
Dovendo ottemperare a questo dovere professionale “entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili“ è necessario che ciascuna istituzione scolastica si attivi (credo che molte scuole l’hanno già fatto in modo egregio) per rendere efficace tale insegnamento che diventa anche soggetto a valutazione quadrimestrale.
Dedicare un’ora settimanale, o meglio ancora un pacchetto di ore secondo un progetto ben definito non può essere interpretato come un “togliere” delle ore ad altri insegnamenti, bensì una positiva opportunità di meglio organizzare il piano didattico disciplinare, scegliendo contenuti “essenziali” e significativi”
Positiva a tal fine è l’idea di dedicare nell’arco del mese due ore di “Educazione civica” chiamiamola così per memoria storica, allo studio della Costituzione a agli ordinamenti dello Stato e due ore allo studio dell’educazione del cittadino (stradale, ambientale, salute, prevenzione sanitaria, educazione alla legalità, risposta al bullismo).
E’ inoltre opportuno che siano avviati dei corsi di approfondimento e di autoaggiornamento per pianificare il percorso dei contenuti formativi da proporre nell’iter formativo della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, evitando la ripetizione delle tematiche e adattando i contenuti all’età e allo sviluppo evolutivo dello studente, bambino, ragazzo, giovane.
Per le scuole superiori dove già si insegna diritto lo studio della Costituzione e dell’organizzazione dello Stato è parte del programma e va incrementato con una puntuale “educazione politica” che contribuisca allo sviluppo del senso civico, alla ricerca del bene comune, alla cultura della “polis” nell’esercizio attivo della democrazia.
L’UCIIM e altre associazioni professionali sono anche disponibili a seguire i docenti che intendono svolgere tale percorso di ricerca e di studio, per dare una maggiore qualità alla didattica dell’educazione civica che nella trasversalità coinvolge tutti i saperi e tutte le discipline. Mettiamo a frutto una fattiva cooperazione ed una funzionale azione di rete formativa.
Da veri educatori abbiamo in mano uno strumento ed un’opportunità che deve essere colta con funzionalità ed efficacia.
Non sprechiamo questa occasione, emarginando un insegnamento essenziale per la formazione del cittadino a qualche ora una volta tanto, come nel passato, mantenendo all’educazione civica il ruolo di “cenerentola”.
Anche il fatto di dovere registrare un voto nella scheda o pagella quadrimestrale per “Cittadinanza e Costituzione”, dovrebbe maggiormente responsabilizzarci per una didattica puntuale e rispettosa dei valori che si insegnano.