20.11.2008
Il tempo pieno finanzia le 40 ore
(Un primo commento sul parere della Camera sul Piano Programmatico)
di Mario Piemontese
Martedì 18 novembre l’onorevole
Valentina Aprea ha presentato in VII Commissione Cultura e Istruzione della
Camera il testo della proposta di parere favorevole al Piano programmatico.
Il testo prima del voto subirà probabilmente qualche modifica, ma non
cambierà nella sostanza.
Il parere, in quanto favorevole, non mette in discussione il taglio di 8
miliardi in tre anni previsto dall’articolo 64 del decreto legge n. 112/08
convertito nella legge 133/08, e di conseguenza il taglio di 132.000 posti
di lavoro. Per evitare equivoci deve essere chiaro che non si potrà parlare
di vittoria del movimento fino a quando il Governo non deciderà di abrogare
tale articolo, la legge n. 169/07, conversione in legge del decreto legge n.
137/08, e l’articolo 3 del decreto legge n. 154/08, nonostante le modifiche
apportate dal Senato.
Il testo della proposta di parere prevede una serie di condizioni che
all’atto della presentazione il sottosegretario Giuseppe Pizza, a nome del
Governo, ha ritenuto condivisibili.
Vediamo di cosa si tratta scegliendone alcune.
Per la scuola primaria sono diverse le richieste rivolte al Governo.
Per il modello a 24 ore con un
unico docente, introdotto dal decreto legge n. 137/08, viene richiesta
la garanzia dell’insegnamento dell’inglese e della religione. Mai a nessuno
è venuto in mente che tali insegnamenti sarebbero stati esclusi, sta di
fatto che l’insegnamento dell’inglese affidato a insegnanti specializzate e
non specialiste non necessità di altro personale, mentre le 2 ore
settimanali di religione assegnate ad altro insegnate andrebbero a sommarsi
alle 22 del “maestro unico”, completando così il monte ore settimanale.
Insegnanti di religione e insegnamento della lingua inglese sarebbero quindi
salvi.
Al Governo viene richiesto di garantire l’orario scolastico a 27, 30 e 40
ore settimanali “mantenendo la figura dell’insegnante prevalente” secondo
quanto previsto dal decreto legislativo n. 59/04. Nel piano programmatico si
parla di insegnante prevalente anche se effettivamente tale figura
professionale non esiste. Quello che si può immaginare è che tutte le ore,
oltre le 24 assegnate a un solo insegnate che non sarà unico, ma bensì
prevalente, verranno date a più insegnanti che ruoteranno come satelliti
attorno all’insegnante prevalente. L’insegnante satellite si occuperà
dell’insegnamento di quelle materie ritenute di serie B, tipo le
“educazioni” per intenderci.
Il “maestro prevalente” non è altro che la versione del “maestro unico”
quando il tempo scuola supera le 24 ore settimanali. Non ci sarà più
l’insegnamento per area e la contitolarità dei docenti su una classe andrà a
perdersi.
Per quanto riguarda “le classi funzionanti a tempo pieno” si richiede
al Governo la garanzia di 2 docenti per classe. È chiaro che per 40 ore
settimanali un insegnante non può essere sufficiente quindi la richiesta di
2 insegnanti è dovuta, quali insegnamenti saranno assegnati ad ognuno non si
sa. Nell’ottica del “maestro prevalente” ad uno potrebbero essere assegnate
le materie di serie A e all’altro quelle di serie B e la mensa. Vale quindi
lo stesso discorso fatto prima a proposito dell’insegnamento per area e per
la contitolarità.
Non a caso però non viene fatto nessun riferimento alla garanzia delle
compresenze. Nella presentazione in commissione del Piano programmatico
fatta dal sottosegretario Giuseppe Pizza, a nome del Governo, si parla di
eliminazione delle compresenze per risparmiare e utilizzare tali risparmi
per soddisfare le richieste delle 40 ore. Quindi il Tempo Pieno finanzia le
40 ore.
Ulteriore riscontro è dato dal fatto che nella bozza di regolamento per
l’attuazione dell’articolo 64 del decreto legge n. 112/08 convertito nella
legge n. 133/08, si legge che l’organico per le classi a tempo pieno non
potrà aumentare rispetto a quello di quest’anno, quindi le ulteriori
richieste di un tempo scuola di 40 ore saranno soddisfatte sacrificando le
compresenze e snaturando così ulteriormente il modello di scuola a Tempo
Pieno.
Le compresenze nella scuola primaria permettono agli insegnanti di
omogeneizzare una classe dal punto di vista dell’apprendimento e del
raggiungimento degli obiettivi, perderle sarà un gran danno sia per gli
alunni che per gli insegnanti.
Gli effetti dei tagli non colpiranno solo le prime classi del prossimo anno,
ma tutte. Il conto è presto fatto. Dei 30.000 tagli previsti per la scuola
primaria, 16.300, cioè più della metà, sono previsti per il prossimo anno.
Le classi di scuola primaria sono circa 138.000, di queste circa 35.000 sono
a 40 ore. Se le prime del prossimo anno, circa 28.000, fossero tutte a 24
ore, cosa improbabile, si risparmierebbero circa 8.000 insegnanti: 5.000 per
le 7.000 classi a 40 ore e 3.000 per le 21.000 classi a 27 ore. Per arrivare
a 16.300 ne mancano ancora 8.300, quindi se il taglio sarà quello previsto
anche le altre classi e non solo le prime ne risentiranno. Non è escluso
quindi che le classi a 40 ore non verranno colpite dai tagli. In ogni caso
se non verranno colpite, l’effetto per le oltre 100.000 classi a 27 ore sarà
davvero devastante.
Questi sono solo alcuni dei temi affrontati nel testo della proposta di
parere. Come avrete capito il tentativo è quello di provare a
tranquillizzare un po’ tutti per cercare di contenere la dilagante protesta.
Il tentativo è fallito così come i precedenti e quindi rispetto agli
obiettivi che il movimento si è dato nulla è cambiato.