11.06.2007
Compiti
per l'estate
di Francesco Mele
a) preparare una campagna nazionale
per le DIMISSIONI del ministro Fioroni e del suo staff;
b) lavorare per un Manifesto dei movimenti
Era il lontano 14 gennaio quando proponevo per la prima volta di avviare una
campagna per le dimissioni del peggior ministro della Pubblica Istruzione
che la Repubblica abbia mai avuto .
A distanza di cinque mesi le cose, se possibile, sono peggiorate e questo
ministro non ha perso occasione per dimostrare non tanto di non essere
capace nel ruolo ma di essere un pericolo reale per la scuola della
Costituzione, al punto che sembra ormai chiaro che i suoi non sono errori di
inesperienza ma il risultato di un'attenta regia volta a riuscire laddove la
Moratti aveva fallito.
E' superfluo, a questo punto, fare l'elenco delle azioni contro la Scuola
della Costituzione di cui si sono macchiati il ministro e il suo staff;
l'elenco è lungo e variegato e basta riavvolgere il nastro di questi cinque
mesi per mettere in fila una dietro l'altra le perle del ministero, che
vanno aggiunte quelle realizzate negli otto mesi precedenti.
Dire che si tratta del peggior ministro che la scuola abbia mai avuto, mi
rendo conto che è impegnativo e rischia di non essere capito da chi ha
ancora nei suoi peggiori incubi la Moratti e le sue malefatte. Ma provate a
pensarci bene e mettete in fila tutte le cose e vi accorgerete che il
cacciavite è servito al ministero (ministero non solo ministro) non per
smontare ma per mettere a punto la riforma Moratti. Non sarà un caso che la
"vox populi" (vox dei dice il proverbio) ha attribuito ormai al ministro il
nome Fioratti. Il peggio del peggio della Moratti è ancora lì e Fioroni ci
ha messo anche del suo per peggiorare la situazione della Scuola, contando
in modo subdolo sull'effetto dopante del governo amico e della paura di un
ritorno di Berlusconi.
Per conto mio la misura era colma già allora effiguriamoci ora!
È giunta l'ora di costruire un dossier dettagliato e articolato per lanciare
la campagna per le dimissioni di Fioroni e del suo staff.
Sono sempre più convinto, infatti, che è ormai passato il tempo degli
appelli e delle lettere aperte a questo o a quello, come pure delle
"speranze" di uno sfondamento della LIP, per lo meno nel metodo se non nei
contenuti. La sordità dimostrata dalla nostra classe politica (e aggiungerei
sindacale, per altri versi) non lascia speranze su quel fronte, anche se a
parole hanno provato a tenerci buoni e a farci sentire ascoltati e
considerati, ma poi . "sotto il vestito niente" e non si trattava certo di
cose belle da vedere :-)) ma del vuoto più assoluto e desolante.
Del resto ha ragione Luigi Ambrosi, sotto i nostri occhi si sta consumando
la separazione definitiva tra gli interessi della classe politica - di
bottega, di autolegittimazione, di difesa di privilegi di casta - e i
bisogni e gli interessi dei cittadini. La distanza sembra incolmabile e, se
mai fosse possibile, un riavvicinamento dovrà essere unidirezionale, senza
se e senza ma.
Sono d'accordo con Luigi, è ora di rimettere le nostre energie, tutte le
nostre energie, nella costruzione dei movimenti, convinti che solo da essi
potrà venire la forza per costringere alle azioni attese;questi anno di
governo amico ha dimostrato che non ci sono alleati affidabili. L'unico
alleato su cui contare è quello che è costretto dai cittadini ad agire
nell'interesse dei cittadini.
Se riteniamo di non avere la forza di far questo, allora continuiamo pure a
scrivere, a firmare, a dibattere, a lanciare appelli, nella certezza
sconsolata che non servirà a nulla.
Ma se ancora c'è qualcuno che ha energie da spendere è lì che deve
utilizzarle è lì che deve investire. Ricostruire pazientemente un rapporto
nelle scuole e davanti alle scuole per cacciare la delusione, la
disillusione, la rassegnazione che ha preso troppi, e far intravedere
(ricordare?) che uniti si vince, che la nostra forza sta nell'essere
presenti in prima persona e nel far sentire la nostra voce tutti insieme. La
loro forza nel fingere di rappresentarci tenendoci a lavorare a testa bassa
o buoni buoni davanti alla TV.
Fa bene Luigi a parlare di movimenti al plurale, è ora che i vari movimenti
si diano occasioni di comunicazione tra loro, di coordinamento e,
soprattutto di azioni comuni su piattaforme articolate; rimanere separati e
settorializzati è un vantaggio che abbiamo concesso per troppo tempo
all'avversario, qualunque avversario. La mia amica Barbara lo dice da tanto
tempo, tragicamente inascolatata.
Il mio sogno è una grande manifestazione nazionale a Roma preceduta dalla
costruzione di un documento comune e condiviso su Scuola, Pace, Ambiente,
Lavoro stabile, Pensioni, . una sorta di "Manifesto delle esigenze di vita
delle cittadine e dei cittadini" un manifesto improntato alla promozione
dell'agio e non al contrasto del disagio, alla ricerca del piacere di vivere
e non alla resistenza all'orrore.
Utopia?
Penso proprio che uno dei nostri più grandi errori, una delle nostre più
grandi sconfitte sia stata proprio di non credere più nelle grandi utopie
che ci hanno guidato fino a qui.
Nel '77 a Bologna sui muri delle facoltà occupate scrivevamo "Siamo
realisti, chiediamo l'impossibile"; per contrastare quel sogno, quella
determinazione usarono i mitra e gli M113. Oggi abbiamo ben altri argomenti
e ben altra maturità per rendere molto più difficile e arduo l'obiettivo di
ridurci al silenzio.
Ecco i nostri compiti per settembre.