02.11.2007
A PROPOSITO
DI CONTRIBUTI VOLONTARI” DELLE
FAMIGLIE
ORGANI DI GOVERNO DELLE SCUOLE: UNA PROPOSTA E UNA PRIMA PIETRA
di Francesco Mele
Tra una decina di giorni si voterà
per i Consigli di Circolo e di Istituto e per i prossimi tre anni i
consiglieri eletti avranno a che fare con le problematiche legate alla
gestione delle scuole.
Ogni scuola è una struttura molto complessa e molteplici saranno i
fronti su cui il consigliere di istituto dovrà esercitare la sua
attenzione e affinare le sue competenze. Meglio sarebbe eleggere
candidati che hanno alle spalle una certa esperienza, ma per i genitori
è quasi inevitabile un ricambio triennale se non totale, comunque
cospicuo.
Ecco allora che ogni tre anni si riparte, si ricomincia da zero (o
quasi) e quanto accumulato in esperienza nelle gestioni passate rischia
di andare perso. Forse sarebbe il caso di costituire una banca dati di
casi, di esperienze, di informazioni normative …, che possa diventare un
luogo di scambio di informazioni e offerta-richiesta di aiuto per i
futuri nuovi consiglieri e per coloro che essi rappresentano. Esistono
associazioni, siti, comitati nazionali … che forse già svolgono questo
ruolo, ma penso che su questa materia ogni ridondanza non possa che
essere virtuosa.
La proposta che faccio è che ogni sito che ruota intorno alla scuola
riservi uno spazio stabile (e non stagionale) a questa banca dati per
farla diventare un luogo di incontro per tutti coloro che si occupano di
scuola con particolare riferimento agli organi collegiali - non solo
quindi i consigli di istituto - alle loro competenze, alle loro
prerogative.
Contribuisco a questo progetto con un prima pietra, se così vogliamo
definirla, che riguarda un’iniziativa che ho intrapreso nella mia scuola
e che riguarda la questione dei contributi individuali delle famiglie.
Una piccola premessa è doverosa, anche se sono convinto che quanto dirò
è a conoscenza della maggior parte di chi leggerà questa mia
riflessione.
I contributi volontari che le famiglie italiane versano nelle casse
delle scuole italiane rappresentano una voce di entrata ormai stabile
nei bilanci delle scuole e in decisa crescita negli ultimi anni. Nelle
scuole superiori si arriva ormai a punte di oltre 120 euro all’anno e
una media di 70-80. Medie ed elementari sono a quote più basse ma sempre
significative.
Le modalità di raccolta di tali contributi sono molto variegate e si va
dal regolare versamento individuale con bollettino postale all’anomala
raccolta a mano dei singoli contributi con un versamento unico per la
classe.
Altrettanto vario è l’appellativo con cui tali contributi vengono
nominati nelle istruzioni per le iscrizioni che vengono sottoposte alle
famiglie. Si va dal corretto “contributo volontario” (poco usato in
verità, perché rischioso per le casse della scuola) al decisamente
scorretto, giuridicamente e deontologicamente, “tasse scolastiche”
(molto più rassicurante per le casse della scuola).
Molto più uniforme è invece l’atteggiamento scontato o forzoso o
addirittura vessatorio con cui le scuole pretendono il versamento di
tale contributo, arrivando in alcuni casi fino alla minaccia di non
accettare l’iscrizione. Ma come minimo si gioca sul senso di colpa e di
inadeguatezza generato ad arte in chi non può o decide di non versarlo.
Il decreto Bersani, poi convertito in legge (L. 40/07), ha deciso di
regolamentare questa pluridecennale consuetudine e ha reso detraibili al
19% i contributi in tal modo versati. Se qualcuno (quei pochi che
l’hanno saputo e che lo sapranno, in realtà) ha potuto gioire per la
misera detrazione (da pochi euro a un paio di decine), ha dovuto subito
dopo ricacciarsi in gola questa gioia pensando che a pagare la
detrazione saranno, e con gli interessi, le stesse scuole, che vedranno
tagliarsi il finanziamento complessivo per coprire gli oneri per lo
stato derivanti da questa detraibilità.
Tradotto in termini semplici il risultato dell’operazione è che i
contribuenti volontari ricevono uno sconto dallo stato che decide di far
pagare questo sconto alle scuole.
Ma siccome questa pensata ce l’ha avuta il caro Beppe - che sta lì per
uno scopo ben preciso - chi gioisce fino in fondo sono le scuole private
perché anche i loro clienti potranno usufruire di questa detraibilità e
per loro le detrazioni saranno ben più consistenti. C’è da scommettere
che le famiglie saranno ben informate dalle scuole aziende di questa
opportunità. Ma, attenzione!!! A pagare per gli oneri aggiuntivi per lo
stato derivanti anche da tali detrazioni saranno solo le scuole statali!
Geniale vero?
Diavolo (in Vaticano dicono “santo”) d’un Beppe, una ne fa e cento ne
pensa!
Ma la detraibilità ha un altro risvolto di non poco conto, più sottile
direi ma molto più grave e foriero di sventure.
Di fatto per le scuole statali questo contributo diventa una sorta di
ticket e apre la strada all’idea che la scuola statale occorre pagarsela
con ulteriori tasse a carico dei fruitori oltre a quelle che tutti
versiamo allo stato per ricevere servizi costituzionalmente garantiti.
Se questa pensata l’ha avuta un governo di centrosinistra, immaginate
come potrà sviluppare il tema un futuro governo di centrodestra. Del
resto non dobbiamo fare un grande sforzo di immaginazione dal momento
che si tratta di film già visti.
Fatta questa premessa mi sono chiesto che fare, oltre al denunciare
questa manovra in ogni occasione che mi si è presentata. Non mi sembra
il caso di fare alcunché possa far mancare alle scuole questa fonte di
finanziamento, quindi nessuna esortazione al rifiuto del versamento di
tale contributo. Occorre però a mio avviso che vengano date garanzie ai
genitori sull’utilizzo di tali fondi e trasparenza nella
rendicontazione. Questo mi sembra il minimo che si possa fare e che i
futuri Consigli di Istituto debbano battersi per ottenere.
E’ quello che sto provando a fare nella mia scuola con la lettera che
incollo sotto e nella quale sono spiegate le motivazioni e citati i
riferimenti normativi.
Per cui non mi dilungo oltre.
Alla Presidente del Consiglio di
Istituto dell’IIS Meucci
Al Dirigente Scolastico
Ai membri del Consiglio di Istituto
e pc
Al Direttore SGA
Gli alunni della nostra scuola sono circa 830, e supponendo che almeno
800 abbiano versato il contributo volontario previsto di 85 €, si può
affermare che la scuola gestisca nel presente AS almeno 68.000€
provenienti dalle famiglie.
Ciascun contribuente, ai sensi dell’art.13 comma 3-a) della Legge n.
40/07, può detrarre dall’imposta lorda un importo pari al 19 per cento
di tale contributo volontario versato. Si tratta solo di 16,15€, ma
ritengo un buon servizio da parte della scuola che riceve i contributi,
ricordare alle famiglie che esiste tale opportunità, già all’atto del
versamento. Non avendolo fatto finora, propongo che tale informazione
venga data al più presto ai genitori dei nostri studenti.
A mio avviso esiste però un altro obbligo nei confronti dei nostri
studenti e dei loro genitori.
Intanto occorre ricordare che la legge 40/07 sopracitata riferisce già
una sorta di vincolo per tali contribuzioni volontarie (erogazioni
liberali nel testo) che secondo quanto c’è scritto devono essere
“finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e
all'ampliamento dell'offerta formativa”.
Al di là del dettato normativo, però, penso che anche il buon senso
dovrebbe consigliare la scuola ad utilizzare questo fondo per garantire
alcuni servizi extra di natura personale - polizza assicurativa
individuale, seconda tessera per le fotocopie deliberata lo scorso anno
scolastico e altri individuabili – e in generale per migliorare la
qualità della propria offerta formativa. Sulla base di questo assunto
penso che si debba vincolare esplicitamente questo fondo ad un utilizzo
per spese che abbiano queste finalità, già a partire dal prossimo
programma annuale.
Mi riferisco ad esempio alle spese previste nell’Aggregato A (Attività)
Voce A02 – Funzionamento didattico generale, che possono rientrare in
questa tipologia, ad es. (dalla CM 173/2001):
• per l'acquisto di libri, riviste, periodici, giornali tecnici e
scientifici e relativi abbonamenti, riferiti all'attività didattica;
• per l'acquisto del materiale per le esercitazioni di laboratorio, per
gli acquisti e i rinnovi di modesta entità delle attrezzature
tecnico-scientifiche;
• per quelle afferenti ad esigenze connesse con l'attività didattica
generale.
Ma non dovrebbe essere esclusa la possibilità di impiego nell’Aggregato
P (Progetti) in particolare per “i progetti relativi all'ampliamento
dell'offerta formativa” (CM 173/2001 citata).
Vincolare l’utilizzo di questo fondo alle spese sopra citate impone
altresì un dovere di trasparenza da parte della scuola che finora è
stato onorato solo in parte. Mi riferisco alla rendicontazione
dell’utilizzo di tale fondo, estrapolata dal bilancio complessivo, da
portare a conoscenza dei genitori dei nostri studenti nel momento più
opportuno e significativo dell’anno scolastico, che io collocherei, se
possibile, prima dell’iscrizione all’anno successivo e quindi prima del
pagamento del contributo volontario oppure, in alternativa, ad inizio di
anno scolastico.
Propongo che il contenuto di questa comunicazione sia oggetto di
discussione nella prossima seduta del Consiglio di Istituto.
Cordiali saluti
Francesco Mele