17.09.2012
Diploma a 18 anni? Così fan
tutti...
di Paolo Fasce
Il Ministro Profumo ha sorpreso tutti con il Concorso che
intende attivare “a legislazione invariata”, ma il rilancio di questi
giorni, la proposta di l'accorciamento di un anno del percorso formativo
scolastico, lascia tutti di stucco in quanto quest'ipotesi, avanzata più di
dieci anni fa dal Ministro Berlinguer, pare una ulteriore tegola sul mondo
della scuola.
Il Ministro ha delegato ad una commissione di esperti lo studio del problema
che, manifestamente, è così delicato e massivamente coinvolgente da
necessitare non già un lavoro di pochi mesi (questo è l'orizzonte temporale
del Governo Tecnico), ma di un'intera legislatura.
Se il Governo affronta questo argomento avendo a disposizione un periodo di
tempo così basso, devo dedurre che non c'è volontà di coinvolgimento delle
parti e di condivisione di percorsi partecipati che devono necessariamente
vedere protagoniste tutte le parti: studenti, genitori, insegnanti,
attraverso le loro rappresentanze associative, sindacali e politiche.
Ritengo tuttavia necessario, alla luce della constatazione del fatto che “in
Europa così fan tutti”, affrontare il tema anche nel nostro paese, ma non
già al mero scopo di dare un'ulteriore sforbiciata di svariate ulteriori
decine di migliaia di insegnanti, bensì a quello di immaginare percorsi
davvero personalizzati che rendano materialmente possibile il diploma a 18
anni nei casi meritevoli.
L'accorciamento del percorso scolastico potrebbe giovare alla scuola
primaria allorquando il Governo intendesse risarcirla delle risorse umane
perdute sull'altare della “maestra pseudo unica”. L'accorciamento potrebbe
essere utile per quei percorsi che sfociano nel livello universitario,
mentre potrebbe essere meno sensato per alcuni percorsi tecnici e
professionali ai quali nel nostro paese non è stato predisposto un prosieguo
parallelo alle Università come in altri paesi. Si potrebbe immaginare un
percorso che porti tutti al diploma a 18 anni, ma un sistema di crediti per
aree potrebbe rendere necessario un anno aggiuntivo, come per le vecchie
magistrali, che consenta di consolidare alcune aree prodromo di un certo
indirizzo di studi universitari. Chi consegue detti crediti a scuola,
prosegue senza interruzioni, chi non li ha, li consegue in un anno
cuscinetto che focalizza la preparazione sui requisiti necessari per
l'ingresso all'università.
Su tutto questo si può vaneggiare e discutere. Non credo che bastino pochi
mesi per fare qualcosa di globalmente sensato.