10.04.2007
Le
Indicazioni Nazionali si fanno in quattro
di Angelo Vita
Nel documento sulle nuove Indicazioni Nazionali
presentato il 3 di Aprile, c’è aria nuova. "Sono la testimonianza - dice
l’ex Ministro alla Pubblica Istruzione Berlinguer - di un’elaborazione
sostenuta da spessore culturale e civile, in cui le diverse culture si
integrano e si alimentano vicendevolmente"
Con la titolazione dei diversi snodi del documento dedicati a "La scuola
nel nuovo scenario", alla "Centralità della persona", ""Per
una nuova cittadinanza" e "Per un nuovo umanesimo" sembrano
essere state tracciate le fondamenta delle quattro contrade
formative della scuola che verrà.
A seguito dello sbandamento di prospettiva vissuto dalla scuola in ogni sua
contrada si imponeva una profonda riflessione sui caratteri e la
funzione di un’istituzione sottoposta alle intemperie del bullismo
internauto, alla difficoltà di rappresentare e decodificare il cambiamento
socio-culturale e tecnologico di una società che viaggia in TGV contro una
scuola che va in deraglio perché costretta a confrontasi con strumenti e
strutture obsoleti o comunque poco adeguati. Gli attacchi dei siti come
quelli – e ce ne sono diversi – di scuolazoo.com sono la punta di un
malessere che porta alla necrosi. Senza bisogno di Illich, che negli anni 70
ci prospettava la descolarizzazione come possibilità, se la scuola viene
costretta in panchina ha serie difficoltà a dire la propria e
contribuire ad aumentare le chances di una società senz’anima,
ammaliata dai reality e da modelli ‘culturali’ televisivi – si fa per dire –
che allevano bulli, anoressici e frustrati.
La prima contrada è contrassegnata dal bel tempo formativo. Le esperienze multiple degli alunni dovranno trovare nella scuola una sintesi unificante dei diversi ambienti educativi, sociali e didattici vissuti da alunni sempre più cittadini del mondo e sempre meno figli di contrade socio-culturali limitate. La scuola di questa contrada è chiamata ad irradiare di luce planetaria, interculturale e multietnica l’aula scolastica del XXI secolo pronta ad offrire a tutti il successo scolastico attraverso l’adozione della diversità come antidoto al solipsismo razziale, etnico e religioso.
La seconda contrada è cosparsa di cifre positive che investono sulla centralità della persona schiacciata dal peso abnorme di modelli economici privi di battito cardiaco e caratterizzati dall’individualismo imprenditoriale ed utilitaristico inneggiante all’edonismo e al consumo delle relazioni come della merce. Contro il pericolo della mercificazione delle persone la scuola è chiamata a promuovere una sorta di contratto di solidarietà dove l’identità collettiva diventa garanzia dell’identità individuale. Educare gli alunni alla socialità apre le porte della scuola ad un mondo rispettoso delle diversità e disponibile a farsi attraversare dai flussi incessanti di culture e società/altre presenti in ogni angolo della terra.
La terza contrada investe tutto su una scuola impegnata ad operare "Per una nuova cittadinanza" in cui le differenze culturali ed etniche, religiose ed economiche, vengano riconvertite in nuove regole di convivenza civile che abbiano inizio con la vita per proseguire tutta la vita attraversando verticalmente ed orizzontalmente i vissuti dell’uomo contemporaneo che dovrà essere educato ad apprezzare il patrimonio culturale presente nel proprio territorio e quello rappresentato dalla presenza e partecipazione di quanti per motivi diversi lo abitano e lo frequentano.
La quarta contrada affonda la propria mission in una scuola impegnata a tracciare linee guida "Per un nuovo umanesimo" in cui ciascuna disciplina, sia teorica che pratica, venga riconosciuta come supporto indispensabile per la formazione di uomini e donne capaci di sviluppare la pluralità di intelligenze che la natura ci ha messo a disposizione introducendo nuovi stimoli perché ognuno possa riconoscersi e riconoscere nella scuola un’istituzione impegnata a valorizzare potenzialità e capacità personali spesso panchinate dalla scuola consegnataci dalla Moratti.
A partire dalle contrade del cambiamento, individuate nelle linee guida delle Indicazioni del Ministro della Pubblica Istruzione G. Fioroni, è doveroso sezionare il da farsi all’interno della scuola, iniziando a rivedere i programmi che sono stati ultimamente mortificati da un assetto didattico a dir poco discutibile. Dare continuità alla scuola primaria e secondaria di primo grado ha significato di fatto primarizzare la scuola media che, invece, ha un ruolo di approfondimento e di consolidamento che gli è stato tolto dall’uso di libri di testo riferiti a programmi didattici che non tengono conto dell’importanza – l’esempio è quello della storia – di studiare le civiltà antiche e l’Impero Romano nonostante l’importanza che ciò riveste nella formazione culturale degli alunni.