23.07.2012
Dall'Invalsi
novità in arrivo.
Con uno scopo preciso: aumentare il controllo sociale
di Marco Barone
L’INVALSI è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, che per legge e disposizione statuaria può agire anche su mandato di soggetti privati ed essere da essi finanziato, ha recentemente pubblicato il rapporto nazionale sulla rilevazione degli apprendimenti 2011/12 nonché le caratteristiche tecniche delle Prove Invalsi del 2012.
Prove che, grazie
in particolar modo al forte contrasto culturale, didattico e legale
sollevato dai Cobas ma anche dall'UDS, hanno creato discussione e fatto
emergere ancora una volta la criticità di quel sistema, come rappresentato
dall'Invalsi, che vorrebbe conferire un valutazione complessiva al sistema
scolastico, per arrivare ad emulare il sistema anglosassone
fallimentare) il quale tende, proprio sulla base di prove simili a quelle
dell'Invalsi, a definire anche la sopravvivenza di intere istituzioni
scolastiche.
E qui emerge un paradosso: le scuole rischiano la chiusura qualora le prove
non vengano superate positivamente, perché un risultato negativo compromette
l'immagine della scuola; a sua volta l'immagine negativa della scuola
si ripercuote sul valore immobiliare del quartiere, ed il valore immobiliare
del quartiere determina il tipo di scuola che dovrà trovare affermazione.
In Italia siamo ancora lontani da questo tipo di realizzazione, però l'Invalsi sembra andare in quella direzione; sarà solo questione di tempo: sono stati appena pubblicati i rapporti delle prove che si sono svolte in questo anno scolastico (2011/12), e la domanda sorge spontanea, ed ora?
Già, perché da vari anni queste prove si svolgono nelle scuole, con ampia conflittualità, ma i dati, quando vengono utilizzati e se vengono utilizzati, servono solo a campagne di strumentalizzazioni o, peggio ancora, a fondazioni private, per proporre il loro modello di scuola, come accaduto recentemente con la Fondazione Agnelli che ha utilizzato i dati del test invalsi per demonizzare la scuola media, che certamente soffre di problemi strutturali, e proporre un nuovo modello di scuola media, proposta ben accolta dall'attuale ministro dell'Istruzione.
Ma con il rapporto
di questo anno emergono delle anticipazioni che devono porre in allerta
tutti quelli che vogliono battersi per una scuola pubblica degna di tal
nome.
Veniamo al dunque delle risultanze della elaborazione delle prove Invalsi
del 2012.
Non mi soffermerò
sui contenuti dell'esito delle prove per un semplice motivo, perché a parer
mio non sono commentabili. Come pretendere di valutare in modo
standardizzato ed omogeneo l'intero sistema scolastico italiano quando, già
nella stesse città, ma anche tra scuola e scuola, esistono differenze ed
eterogeneità così profonde da non consentire alcun tipo di modello standard
di valutazione?
Chi decide che quelli imposti dalla commissione dell'Invalsi sono i criteri
validi con cui definire il sistema di valutazione delle scuole?
Chi valuta il soggetto che valuta?
Cosa vuol dire valutare?
E la libertà d'insegnamento e la professionalità e dignità professionale dei
docenti dove viene relegata? Esiste ancora?
L'invalsi mira a renderla prigioniera delle catene del ricatto. O adegui il
tuo insegnamento agli indirizzi invalsi, in modo tale che i tuoi studenti
possano superare le prove secondo la volontà decisa da poche persone,
espressione della voce del sistema di potere oggi esistente, oppure la tua
scuola, con la pubblicazione dei risultati ne risentirà a livello di
immagine, verrà denigrata, se ne parlerà male (questo, ovviamente, qualora i
risultati non siano “ positivi”).
E visto che il datore di lavoro sostanziale è rappresentato da quello che
oggi è definita utenza, studenti/famiglie, è chiaro che la libertà
d'insegnamento non sarà più tale.
E se le famiglie vedranno i propri figli essere iscritti in scuole che non
superano brillantemente i test/quiz Invalsi, potrebbero optare per
l'iscrizione del proprio figlio in altra scuola, e la dirigenza scolastica
non potrà certamente rimanere indifferente a ciò ed ovviamente andrà,
volendo o non volendo, a colpire chi può essere reputato responsabile del
cattivo superamento delle considerate prove, i docenti.
Ciò senza tener conto delle problematiche che emergono nelle varie scuole, delle problematiche sociali e territoriali, senza tener conto del numero di studenti presente nelle classi, senza tener conto di nulla.
Certo, emergono dei dati interessanti ma, per i motivi espressi in precedenza, assolutamente opinabili.
Per esempio si
legge che tra le
regioni del Centro, la Toscana e le Marche hanno punteggi medi
significativamente superiori alla media italiana, mentre fra le regioni
meridionali, la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna hanno
punteggi significativamente inferiori. La regione con il punteggio medio più
alto in Italiano è la Valle d’Aosta e quella con il punteggio medio più
basso è la Calabria: fra le due la differenza assomma a 21 punti, circa
mezza unità di deviazione standard
Tra
quelle al di sopra troviamo la Valle D’Aosta,la provincia di Autonoma di
Trento, la Toscana e la Puglia, mentre l’Emilia Romagna ha un risultato
inferiore alla media italiana. La regione con punteggio medio più alto in
Matematica è la Valle D’Aosta e quella con il punteggio medio più basso è la
Calabria: fra le due la distanza è di 11 punti.
Oppure emerge il sessismo.
Il grafico di figura 4.5, del rapporto, mette in evidenza come, nella prova
di Italiano, i maschi tendono a esser più rappresentati nella parte bassa
della distribuzione dei punteggi rispetto alle femmine. Nella prova di
Matematica (vedi figura 4.6) i maschi conseguono un punteggio medio più
elevato e sono maggiormente rappresentati nei valori più alti della
distribuzione rispetto alle ragazze.
Maschi e femmine.
Per non parlare della discriminazione attuata verso i bambini e gli studenti
segnalati con delle difficoltà di apprendimento: gli esiti delle loro prove,
quand'anche vengano effettuate, non vengono prese in considerazione ai
fini statistici.
Dove è finita la scuola dell'integrazione?
Insomma, Invalsi
significa di fatto omologazione dell'insegnamento, standardizzazione
dell'insegnamento, con riflessi diretti sulla formazione delle future
generazioni, che non potranno più scegliere, non potranno più criticare, ma
saranno costretti a decidere come vuole il sistema.
Ciò perché le risposte alle domande fornite dall'Invalsi, sarebbero
potenzialmente tutte corrette, ma solo una sarà quella giusta, quella decisa
da pochi soggetti, annientando ogni capacità critica e libera decisionale
dello studente.
Veniamo al rapporto come pubblicato dall'Invalsi, ove emergono importanti
anticipazioni.
Estensione Invalsi
all' esame di Stato scuola secondaria
E' previsto dal prossimo anno scolastico, la somministrazione delle prove
dell'Invalsi all'esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado. Si
legge nel rapporto che: "Rispetto ai traguardi fissati nelle
Indicazioni nazionali le rilevazioni condotte quest’anno omettono ancora di
considerare il livello V della scuola secondaria di II grado, il cui
inserimento è in programma per il prossimo anno scolastico".
Prove Invalsi per
altre materie e classi.
Si estenderanno le prove dell'Invalsi su altri ambiti disciplinari e livelli
scolastici.
Sono previste infatti, una serie di rilevazioni, su base campionaria, su
altri ambiti disciplinari e/o in altri livelli scolastici, col fine di
arricchire il quadro conoscitivo del sistema scolastico nel suo complesso;
per taluni livelli scolastici e momenti di rilevazione, si sta inoltre
studiando il ricorso a prove di tipo adattivo da svolgere tramite computer.
Da settembre
autovalutazione scuole.
Da settembre nelle scuole partirà, secondo l'Invalsi, l'autovalutazione
delle scuole grazie ai risultati del test .
L’INVALSI supporterà tali processi di autovalutazione, con una guida alla
lettura dei risultati della rilevazione sugli apprendimenti - che verrà resa
disponibile a beneficio delle diverse componenti della vita scolastica - e
con la predisposizione di ulteriori strumenti di rilevazione del proprio
clima interno che le scuole potranno adoperare
Si stipuleranno protocolli per la valutazione della performance e
funzionamento delle scuole.
A supporto della definizione di tali azioni di supporto, che in quanto tali
non competono all’INVALSI, l’Istituto ha infine in programma lo studio di
possibili protocolli di valutazione più complessivi della scuola, atti a
combinare le informazioni discendenti dalle rilevazioni sugli apprendimenti
con l’osservazione e la valutazione, più in dettaglio, dei processi di
funzionamento.
Schedatura degli
studenti automatica:
Nella prospettiva di semplificazione degli aspetti procedurali e
organizzativi, già a partire dall’a.s. 2011-12 l’INVALSI ha raggiunto un
accordo con le principali case produttrici di software per la raccolta e la
gestione dei dati relativi all’anagrafe degli alunni per consentire il
trasferimento automatico dalle scuole all’INVALSI di tutte le informazioni
di contesto richieste per la realizzazione delle indagini del SNV
L'anonimato non è garantito?
Sono stato uno dei primi a denunciare la farsa dell'anonimato, scrivendo e
motivando come la privacy dello studente è a rischio violazione. Ed infatti
l'Invalsi afferma che con l’occasione, si modificherà, altresì, la modalità
di acquisizione del questionario studente per assicurare una maggiore
riservatezza delle risposte in esso contenute.
O la riservatezza è garantita o non lo è. Parlare di maggiore riservatezza,
vuol semplicemente dire che la riservatezza non è stata piena, quindi lesa.
E ciò mi sembra una pacifica ammissione della lesione della privacy degli
studenti
La minaccia
dell'Invalsi: i test gonfiati verranno trasmessi ai singoli Dirigenti
Scolastici.
L'invalsi denuncia che l’eventuale presenza di cheating - che l’INVALSI
comunque provvederà a identificare statisticamente per ogni singola classe
coinvolta nelle rilevazioni - inficia la qualità dei risultati che poi
vengono restituiti alle single scuole e rischia, ove la scuola poi
pubblicasse tali risultati, di “gonfiare” indebitamente i risultati proprio
di coloro che si comportano in modo scorretto. I risultati di ciascuna
scuola che verranno restituiti dall’INVALSI a partire da settembre, saranno
perciò espressi al netto dell’effetto stimato dei fenomeni di cheating; se
ne ometterà la restituzione per quelle classi ove il fenomeno abbia superato
una certa soglia.
L'Invalsi specifica anche che, al fine di aumentare il livello di
consapevolezza sul tema, trasmetterà a ciascuna dirigente scolastico la
misura statistica del cheating, disaggregata per le singole classi.
Cosa faranno in tal caso i dirigenti scolastici? Attueranno ritorsioni verso
le così dette classi ribelli, verso chi lotterà per difendere la propria
dignità professionale, la libertà d'insegnamento, la libertà di far maturare
una coscienza libera e critica agli studenti?
Si deve continuare
a parlare di Invalsi. La battaglia deve essere prima di ogni cosa culturale,
didattica, sociale e non legale e legalitaria.
Perchè, come insegna il funzionamento della società, il sistema realizza le
leggi per imporre il proprio status, e gli apparati del sistema, quali i
tribunali, salvo rari, rarissimi casi, altro non possono fare che adattarsi
a questa volontà.
Una battaglia sociale e cultuale, per opporsi ad un modello di scuola
omologato e standardizzato, che vada contro i numeri e la statistica
utilizzata per imporre un modello di istruzione che non forma e formerà
menti pensanti e critiche ma unicamente automi.
Parlare di Invalsi nuoce all'Invalsi, così come criticare il sistema è critico per il sistema.
Ed allora parliamo di Invalsi.