04.11.2008
Lettera aperta ai
sindacati
che vanno in piazza per la scuola
di Franco Fondriest
Ritengo essenziale il ruolo del sindacato nella difesa dei lavoratori; vorrei quindi fare alcune riflessioni, affrontando di petto problemi di attualità, con il solo scopo di far chiarezza nell’ interesse dei tanti che hanno a cuore la scuola pubblica ed a essa dedicano le loro migliori energie.
Ecco, dunque, quello che i sindacati della scuola non dicono
Come razionalizzare
Ci sono in Italia, diverse migliaia di scuole con meno di 50 alunni;
alcune con meno di 10/20 alunni, fino a casi limite di 4.
Solo una parte di esse sono in montagna o nelle piccole isole e vanno
assolutamente salvaguardate. Moltissime, però, sono in pianura. Più volte
citato è il caso di Breme, provincia di Pavia,, in piena pianura padana: 11
alunni, seguiti da 4 insegnanti e un bidello; costo per alunno: 8.000 euro.
La scuola più vicina è a 4 chilometri con 5 minuti di percorrenza
Ci sono poi, in Italia, circa 1700 istituti scolastici sottodimensionati
rispetto a quanto stabilito dalla norma, di cui ben 700 con meno di 300
alunni. In questi casi, fin dal 99, avrebbe già dovuto essere soppressa la
presidenza (non la scuola come qualcuno racconta) risparmiando lo stipendio
del dirigente e del personale, ma non è stato fatto ! Sono istituti
“fuorilegge”.
In questi anni, ci sono stati enti locali virtuosi che hanno razionalizzato
ed altri che hanno dormito infischiandosene bellamente delle leggi e del
risparmio.
Chi paga ? Coloro che pagano le tasse e sono sicuramente i lavoratori
dipendenti, quelli che il sindacato dovrebbe difendere !
Gli insegnanti lavoratori
E’ vero che gli insegnanti sono pagati poco, ma qualcuno dovrà pur
spiegare perché gli infermieri, che pure lavorano di notte, a Natale,
Pasqua e Capodanno, devono avere solo i giorni contrattuali di ferie e gli
insegnanti, dopo che è finita la scuola, non possiamo disturbarli, salvo
retribuirli.
E’ normale che gli insegnanti, pur percependo già lo stipendio debbano
essere retribuiti in modo aggiuntivo se vengono chiamati per sistemazione
dei laboratori o per aggiornamento o per corsi di recupero, dopo il temine
delle lezioni e prima dell’ inizio di quelle dell’ anno successivo ?
Così come vengono retribuiti coloro che trascorrono mezza estate nelle
commissioni esaminatrici delle superiori mentre i colleghi sono in vacanza.
E’ normale che i bidelli debbano essere retribuiti in modo aggiuntivo, per
“intensificazione del lavoro”, affinché facciano il pre-scuola a collaborino
alla refezione ?
Non sarebbe più corretto e trasparente dire che gli insegnanti, come tutti
gli altri lavoratori, hanno solo i giorni contrattuali di ferie e che negli
altri periodi sono a disposizione della scuola per sistemazioni,
aggiornamento, corsi di recupero, mentre i bidelli sono lì per fare tutto
quello che serve per far funzionare le scuole ?
Pagare di più e chiedere di più dovrebbe essere la nuova parola d’ ordine !
Piccoli “privilegi”
Spesso, nella mia attività, mi capita di incontrare gruppi di
genitori che lamentano una eccessiva rotazione di insegnati; hanno
assolutamente ragione !
A loro, però, devo spiegare che ciò è dovuto al fatto che i docenti
esercitano un loro legittimo diritto. Infatti, il personale della scuola,
gode di un “diritto” quasi esclusivo nel pubblico impiego, (non parliamo poi
del privato !) e cioè di potersi trasferire anche ogni anno da una scuola
all’ altra, alla semplice condizione che in quella richiesta vi sia un posto
libero.
Ovviamente, viene pregiudicata la continuità didattica, ma ai diritti dei
bambini non ci pensa nessuno!
L’ incubo Brunetta
Il problema dell’ assenteismo e della scarso impegno di alcuni
operatori è particolarmente sentito da coloro che svolgono con serietà il
loro lavoro; tutti gli interventi volti a far lavorare chi non lavora o lo
fa con scarso impegno sono sempre ben accetti dalle lavoratori seri che si
sentono così maggiormente tutelati; certamente il ministro Brunetta ha
esagerato, ma quelli che oggi protestano, dove erano quando avrebbero potuto
fare proposte più appropriate ?
Intanto, comunque, nel pubblico impiego si respira un’ altra aria, i “furbi”
sono considerati un po’ meno furbi !
La vera sfida
Anche io sarò in piazza, ma solo idealmente, per difendere la scuola
pubblica anche dal sindacalismo miope e conservatore che non riesce a
sostenere chi veramente vuole impegnarsi e che continua difendere privilegi
assurdi di pochi che vanno a danno dei tanti che lavorano con straordinaria
dedizione e, in particolare, dell’ utenza.
Sarò con chi sta in piazza per riscoprire una nuova etica del lavoro: quella
dei doveri !
E credo che con me, saranno in molti.
Nella scuola italiana, ci sono centinaia di migliaia di persone serie ed
oneste che, ogni giorno, nonostante tutto, in silenzio e nel disinteresse
generale, tirano la carretta impegnandosi al massimo: è a loro che dobbiamo
guardare.