15.11.2008
Il maestro unico nel sistema di eccellenza
di Stefano Stefanel
Tutti i sistemi di eccellenza cambiano, anzi uno degli elementi che permettono ad un sistema di eccellenza di rimanere tale è la sua disponibilità al cambiamento. I sistemi in crisi invece tendono ad arroccarsi e uno dei motivi della loro crisi è l’arroccamento. Per questo motivo non ho trovato strano che negli ultimi dieci anni ci si sia concentrati sulla scuola primaria, sistema d’eccellenza che non poteva restare immutabile, mentre non si sia riusciti a fare nulla sulla Scuola secondaria di 2° grado, sistema allo sbando, datato, produttore di dispersione e giustamente vilipeso da tutto il Mondo (con la sola esclusione della sua parte liceale), che ha nella sua monoliticità il suo limite più evidente.
L’ultima riforma indolore (quella che ha dato l’avvio all’autonomia scolastica) culminata nel suo Regolamento ha trovato proprio nelle scuole la sua unica resistenza. Il DPR 275/99 ha abrogato i programmi delle scuole del primo ciclo e i moduli delle scuole primarie, aprendo la strada alla successiva Riforma Moratti, che è stata progettata senza minimamente toccare il DPR 275/99. Da tempo scrivo che uno dei problemi più gravi dell’Italia è di abrogare delle norme e poi continuare ad applicarle. Ci sono voluti quasi dieci anni per convincere le scuole che i Programmi non c’erano più è bisognava redigere i curricoli: questo ritardo non lo si colma con qualche gruppo di lavoro. Pare ci voglia una nuova legge per cancellare quello che era già stato cancellato e cioè quel “modulo” che era tutto tranne che modulo, perché era semplicemente una specializzazione del docente di scuola primaria, che poteva insegnare nei “moduli” italiano o matematica o storia e geografia anche per sempre.
Con l’avvento dell’autonomia si sono fermate ricerca e innovazione, quasi che fosse necessario prima difendere l’esistente e poi innovare e ricercare, senza rendersi conto che nessun sistema d’eccellenza rimane tale senza la ricerca o l’innovazione. L’Inter vince lo scudetto e cambia l’allenatore e forse esagera, ma nessuna squadra che vince lo scudetto non cambia alcuni giocatori e affronta la stagione successiva con gli stessi elementi: e una squadra che vince lo scudetto non è un sistema d’eccellenza? La Google dedica il 10% del suo fatturato alla ricerca innovativa, anche se questa si può trasformare in una semplice perdita di tempo: la Google non è un sistema d’eccellenza? Gli Ospedali più celebri concentrano nello stesso edificio il massimo della tradizione medica col massimo della ricerca e dell’innovazione: più un ospedale è eccellente e più spesso cambia macchinari, personale, pratiche, strumentazioni.
Credo faccia male la scuola ad aver paura del maestro unico: probabilmente è un’innovazione poco intelligente ed un ritorno al passato di cui non si sentiva il bisogno. Potrebbe però diventare un momento di analisi sul proprio lavoro e di valutazione attenta della stagione dei moduli, che non hanno prodotto modularità ma specializzazione. Credo che le scuole dovrebbero trovare la strada della ricerca didattica per indicare in breve al Governo e all’opinione pubblica la direzione giusta per il cambiamento. Nessun sistema d’eccellenza rimane tale se si arrocca in difesa del passato. Davanti all’innovazione sgangherata del ministro la risposta deve essere virtuosa, non conservatrice. Il DPR 275/99 innovava, ma anche quelli che lo hanno brandito contro la Riforma Moratti poi non lo hanno applicato. Forse è venuto il tempo di farlo, prima che sia troppo tardi e si cominci a litigare su chi ha fatto del male alla scuola primaria italiana.