05.05.2009
Le pene
della scuola non finiscono mai ...
di Giancarlo Cavinato
ORGANICI
LIBRI DI TESTO
VALUTAZIONE
CERTIFICAZIONE COMPETENZE
PROVE INVALSI
INSUFFICIENZE NEL I° QUADRIMESTRE
Sembra non finire mai questo anno
scolastico con le pene della scuola pubblica italiana.
I dati elaborati dal M.I.U.R. ci dicono che nelle scuole secondarie di primo
grado al termine del primo quadrimestre l’effetto della ‘nuova’
valutazione marchio Gelmini-Tremonti è il seguente:
Italiano: la media nazionale
registra il 21,5% di insufficienze ( con punte del 22,3% in seconda e
terza).
Storia: 24,9% ( con punte del 25,8% in terza).
Geografia: 21,1%.
Matematica: 29% ( con punte del 32,1% in terza).
Scienze: 22,6% ( con punte del 23,5 % in terza).
Inglese: 26,6% ( con punte del 30,1% in terza).
Seconda lingua: 25,6% ( con punte del 29,4% in terza)
Tecnologia: 19,4% ( con punte del 20,9% in terza).
Perfino arte e musica sono sul 13,5 circa % ( con punte oltre il 15% in
terza).
Gli alunni delle scuole secondarie
di I° grado hanno conseguito nello scrutinio intermedio la totalità delle
sufficienze in tutte le discipline nel 52% dei casi. Gli alunni che hanno
riportato una o più insufficienze costituiscono, quindi, il restante 48%. (
poco meno della metà degli alunni)....una condizione che, se confermata
negli scrutini finali con decisione assunta a maggioranza dai rispettivi
consigli di classe, comporterebbe la non ammissione alla classe successiva o
all’esame…
Le insufficienze hanno raggiunto un livello critico piuttosto elevato, tanto
da legittimare, come già avviene per il II° grado, una riflessione sulla
opportunità di adottare nuove strategie di apprendimento, accompagnate da
possibili azioni di recupero. NON E’ IRRILEVANTE APRIRE UNA RIFLESSIONE
ANCHE SUI LIVELLI DI PREPARAZIONE DEGLI ALUNNI CHE ARRIVANO DALLA SCUOLA
PRIMARIA…’ ( dal commento agli esiti del servizio statistico del M.I.U.R.).
Cioè: cioè vi abbiamo beccato, fannulloni! Ovvero: due piccioni con una
fava.
Se questo è il risultato del
rigore e del ritorno alla serietà dopo le ‘follie’ del ’68 (quarant’anni
dopo!) bisogna dire che l’obiettivo è stato felicemente raggiunto.
Né le ‘pagelline’ distribuite a metà del secondo quadrimestre fanno ben
sperare. E poi ci sono i renitenti alla frequenza dei corsi di recupero che
generosamente la scuola organizza ( molte scuole non hanno atteso il report
di marzo, pervenuto nella seconda metà di aprile), in cui si ripetono, in
ore aggiuntive retribuite, le stesse esatte cose con le stesse modalità
interattive, che non hanno funzionato in classe.
Tutti questi somari non penseranno mica, adesso, di essere promossi!
Verranno opportunamente ‘trattenuti’, sconvolgendo i dati degli organici che
la ministra aveva con provvida parsimonia, contratto.
A meno che….non avvengano repentinamente, i miracoli. La gamma dei possibili miracoli è varia e fantasiosa:
* l’uso dell’asterisco strizza l’occhio alle famiglie: il messaggio è che è un sei concesso per il rotto della cuffia, proprio perché ‘non ce la fa’, ‘fa pena’, ‘è un segnale per far capire…’, quando in realtà….zuccone è e zuccone rimarrà comunque
* si dibatte nei collegi sul fare media considerando l’area disciplinare di riferimento non la disciplina in sé: si ricorre cioè all’aborrita pre o trans disciplinarietà fino ad ieri tanto criticata delle maestre elementari ( ‘cos’è questo ambito, insomma? Facessero le discipline come Dio comanda!’)
* si tenta di convincere la collega severa e irremovibile promettendole vari vantaggi o commovendola sulle sorti del ragazzo in bilico
* non esistendo i debiti, si inviano alle famiglie lettere minacciose in cui si annuncia che per quest’anno si è chiuso un occhio, ma durante l’estate deve lavorare sodo perché se no….
* si rimpiangono i giudizi, così generici e meno definitivi dei voti, che lasciavano sempre dei margini sfumati….Il rimpianto si converte in gemito allorché la collega di lettere, reduce dalla visita con la classe a una mostra sulla Shoah, rivela sottovoce alla vicina, e questa alla vicina,… che…le pagelle fasciste valutavano con i giudizi ( buono, ottimo, sufficiente,…) e non con numeri!
Vi è poi il problema del voto di
comportamento.
Sempre dal report: ‘Circa una scuola su quattro ha assegnato voti inferiori
a sei decimi nel comportamento. Tuttavia la situazione nel territorio non è
omogenea, perché, mentre nelle scuole del nord solamente il 17% ha
attribuito un voto insufficiente, al sud il numero delle scuole che si sono
DIMOSTRATE PIU’ SEVERE è quasi il doppio ( 32,8%). 8909 studenti al sud,
pari a quasi la metà del totale nazionale ( 18033). Tra gli studenti con un
voto di comportamento insufficiente circa il 24% (4268 alunni) ha solamente
l’insufficienza nel comportamento ma non nelle discipline di studio. In
particolare sono gli alunni del sud (59%) caratterizzati da questa
condizione.’
Cioè: furbi e lazzaroni. Sarà il sangue spagnolesco o barbaro (svevo) che
circola nelle vene?
Sulla valutazione delle
competenze, silenzio. Saranno le otto macrocompetenze di Lisbona o le
competenze delle Indicazioni nazionali Moratti combinate con quelle delle
Indicazioni per il curricolo Fioroni? O le nuove Indicazioni che verranno
prodotte dalla commissione al lavoro ( nuove, ma stese da appartenenti a
quel corpo ispettivo che recentemente la ministra a Report ha definito con
un felice eufemismo ‘datato’).? Lo scorso anno le prove Invalsi per gli
esami di fine primo ciclo si riferivano parte alle indicazioni del 2004
parte a quelle del 2006. E poi ci sono le competenze per la fine quinta di
scuola primaria, su cui per ora solo si sa che devono essere valutate con
voti numerici. Ma a qualcuno, dopo che è stato scritto sulla legge e sul
regolamento sulla valutazione, gliene frega qualcosa?
Qualcuno è autorizzato a pensare che le competenze descritte dalla scuola
primaria dovrebbero avere continuità e coerenza con quelle della secondaria?
Pensatelo, se volete, ma non fateci venire il mal di testa con le vostre
fisime pedagogichesi sinistrorse. Siamo occupati a scovare e premiare le
eccellenze. Adesso diamo anche la lode ai meritevoli. Questa sì che è
modernità, questa sì che è Europa! Non occorre neanche più andare
all’Università.
Come vi siete regolati con le pagelle ( non chiamatele più ‘schede di
valutazione’, per favore: quell’epoca è finita. A scuola si boccia, non si
scheda. Provvederemo noi prima, grazie ai medici e alle impronte digitali
)? Avete risolto col ‘fai da te’? Avete lasciato gli indicatori o non li
avete lasciati, il giudizio globale oppure no, avete inserito una legenda
oppure no? Avete fatto stampare un’elegante scheda simile a quella che un
tempo il Poligrafico dello Stato stampava per tutte le scuole o consegnate
uno squallido foglietto stampato da un computer? Non ce ne frega un….. Fate
così anche per le competenze, basta far finta che sia un documento
scientificamente corretto.
Basta riportare per ogni disciplina il voto dell’esame….ma, un momento.
Qualcuno ricorda che all’esame si dava un giudizio complessivo finale –
buono, sufficiente,….- che accompagnava lo studente all’ordine di scuola
successivo. Ma…adesso? Cosa si scrive sul frontespizio della scheda e sulla
certificazione delle competenze? Un numero o una parola? Nessuno ci ha
pensato. I dirigenti, all’obiezione sollevata da qualcuno in collegio, tra
lo sbuffare generale, ammutoliscono
"Eh, ma insomma, adesso, volete
proprio trovare il pelo nell’uovo a tutti i costi!" si afferma
"Tanto il valore legale del titolo di studio non è stato abolito?"
"E non veniteci a parlare di indicatori e descrittori!" si strilla dal
fondo.
Davvero, la ministra ha operato saggiamente un’opportuna semplificazione, togliendo di mezzo tutte quelle costrizioni burocratiche, e c’è qualcuno che, nostalgico, ne vuol tirare fuori delle altre!
"Non ne possiamo più! Prima Berlinguer col concorsone, poi la Moratti col porfolio, poi Fioroni con ‘ste competenze, ma insomma, volete lasciarci lavorare?"
Unica soddisfazione: i rappresentanti della Spaggiari lamentano l’invio al macero di tonnellate di portfoli mai venduti né utilizzati dalle scuole. Ahi Letizia ahi Bertagna…..
Però preoccupati come siamo per l
‘andamento dell’economia, un punto fermo lo abbiamo stabilito. Grazie alle
nuove misure sui libri di testo gli editori sono molto più garantiti
di prima, e basta per favore con quel fossile antidiluviano della biblioteca
alternativa (che poi con wikipedia si trova di tutto e di più….) che erano
tutti libri di sinistra. –Ma- dice una maestra- per tutto il rimanente arco
della mia carriera non potrò più scegliere il libro di testo, saranno sempre
le mie colleghe a scegliere per me!.- Roba da matti. Nell’epoca di internet,
della telematica, di facebook, di ‘Gira la ruota’, queste credono ancora che
i libri di testo servano a qualcosa! Non hanno ancora capito che sono un
tranquillante per le famiglie, e che la vera cultura la facciamo noi,
diretta, interattiva, con il Grande Fratello e L’isola dei famosi! Ma perché
non glieli spediamo belli e pronti, senza tante storie? Tanto per insegnare
due cose di grammatica, di storia, di matematica, come dice la Gelmini, cosa
ci vuole?
Prendete esempio da noi. Gettare fumo negli occhi. Fissare rigide
disposizioni per il contenimento dei tetti di spesa, cosa importa se le case
editrici contrabbandano come ‘nuove’ edizioni gli stessi testi cellofanando
insieme magari un’antologia e un annesso di epica, cambiando codici e costi?
Intanto l’economia gira.
Gli organici. Qui proprio
non si può dire nulla, è stato dato tutto quello che è stato chiesto, anzi
di più, tutte le classi a tempo pieno per farli stare quieti (senza
compresenza, ma ci vorrebbe altro: è ora che le maestre lavorino, bisogna
far finire i privilegi). Cosa importa se per coprire da una parte si è
tagliato dall’altra e se fino ad oggi non abbiamo la più pallida idea di
cosa andranno a fare i perdenti posto? Aspettino e si vedrà. Qualche maestra
può andare a insegnare all’asilo, tanto che ci vuole? Sono piccini, basta
poco, una canzoncina,…. Le professoresse, alle elementari. Qualcuna farà
supplenze. Così abbiamo risolto anche quel problema.
Che non raggiungiamo l’obiettivo? Eh, questo primo anno più di così non si
poteva fare. I nostri elettori non avrebbero capito. Aspettiamo che le acque
si calmino, le elezioni europee, poi per l’anno prossimo ci penseremo. Certo
che questa del maestro unico proprio non è andata. E neanche le 24 ore. Se
togliessimo un anno alle elementari e uno alle medie? Ci aveva già pensato
Berlinguer? Cos’è l’”onda anomala”? Si riferisce alla piena del Po? No?
Ci sono dirigenti zelanti che dichiarano pubblicamente che loro hanno
coperto tutte le richieste, trenta ore, tempo pieno,…. Non specificano che
per farlo hanno dovuto azzerare completamente le compresenze. Quindi ogni
classe avrà da due a quattro ore in meno di contemporaneità docente, ma ci
saranno classi che avranno un insegnante + 2 ore + 3 ore + 1 ora……Ma
l’assegnazione degli insegnanti alle classi è già stata fatta? E un
insegnante che deve spostarsi per due volte alla settimana da un plesso ad
un altro per coprire le mense è felice e accetta senza batter ciglio questa
trasformazione di quella che era una cattedra unitaria in un puzzle? La RSU,
i sindacati scuola cosa dicono al riguardo? Considerano compatibili con il
contratto tali spostamenti e gli inevitabili appesantimenti che ne
deriveranno? ( giornate con buchi, orari spezzati, più gruppi classe da
seguire, ‘passaggi’ da un plesso all’altro per frazioni orarie,….)
E l’anno successivo?
"Ecco, non si fa a tempo a completare il quadro per il prossimo anno che
bisogna fasciarsi la testa per pensare a quello dopo…aspettate, si vedrà!"
Si dice anche che si vedrà con l’organico di fatto….campa cavallo…. Intanto
i perdenti posto non potranno rientrare e tutt’al più si potrà contare su
spezzoni di nomine a tempo determinato. Un bel risparmio, non c’è che dire.
In questo bailamme che sembra non
finire mai, giunge la comunicazione dall’Invalsi dell’estrazione a
campione (?) di scuole primarie ( in genere le più ‘esposte’ nel periodo e
negli anni precedenti) per essere sottoposte a verifica di sistema.
L’adesione è volontaria, ma anche no. I dirigenti dicono che, una volta
selezionata, la scuola non può tirarsi indietro.Decidono loro se aderire o
no ( ‘mi hanno tanto pregato….ma cosa avete da protestare, per decidere di
aderire alle olimpiadi di matematica non avete mica avuto bisogno di
ricorrere all’approvazione del collegio…’) I sindacati confermano che
l’adesione è facoltativa, tanto più che esistono perplessità sulla
significatività delle prove riservate a un piccolo campione per classe
quarta e quinta. La cosa risulta macchinosa, e diverse scuole optano per non
sottoporre le classi quarte e quinte alle prove, in attesa di chiarimenti.
Obiezione. - L’altra volta (con la Moratti, n.d.r.) non andava bene perché
un’indagine su tutto l’universo non è scientifica, le ricerche in
docimologia si fanno su un campione. Adesso che si procede a campionatura
non va bene lo stesso? Ma allora ditelo….!!!
Continuo a pensare che lo
stravolgimento delle procedure di valutazione sia il vero perno della
‘riforma’: mentre il maestro unico è stato respinto (salvo riproporlo
sottobanco tagliando gli organici), le 24 ore le ha scelte un’esigua
minoranza, questo aspetto, combinato con la riduzione drastica delle
compresenze, ha sortito i suoi effetti deleteri da subito.
E c’è ancora chi pensa che sia indifferente mettere un voto o un giudizio?