(06.02.2006)
Addà passà a nuttata
Ancora una volta sono i Tribunali a
"dettar legge" sulle questioni scolastiche e per la seconda volta sono le
associazioni dei genitori (insieme ai Cobas, in questo caso) a innescare un
contenzioso giuridico su un tema sul quale, guarda caso, i genitori avrebbero
dovuto se mai sentirsi solidali con il MIUR, piuttosto che rivoltarsi contro.
Si direbbe che i genitori non vogliano sentirsi "protagonisti" della valutazione
dei loro figli. Ma come si dice: "politique d’abord".
Premetto che concordo con le eccezioni di legittimità sollevate dai ricorrenti e dirò dopo il perché, ma ciò che non mi garba è il modo come questo pronunciamento viene utilizzato da una certa parte del mondo sindacale e politico e soprattutto non condivido la opposizione "senza se e senza ma" alle innovazioni che il portfolio poteva innescare, se a gestire la questione non ci fosse stata una Amministrazione e una guida politica del MIUR a dir poco dilettantesca.
Cominciamo dalla pronuncia del TAR Lazio.
Occorre dire innanzitutto che, come era già successo un anno fa a Lecce, le
pronunce giurisprudenziali vengono "tirate per la giacca", come si usa dire, per
sostenere le proprie tesi, senza preoccuparsi molto della veridicità dei fatti.
"Il TAR del Lazio ha dato ragione ai Cobas e ai coordinamenti
genitori/insegnanti… intimando al Ministero di revocare la circolare 84 del 10
novembre " recita un comunicato dei COBAS.
Si sa che non è vero, ma lo si dice lo stesso. Il TAR in realtà afferma, almeno
stando a quello che riporta REPUBBLICA, che "il ricorso non pare 'prima
facie' manifestamente infondato", vale a dire che secondo il TAR esistono
fondati sospetti che su alcune parti della C.M. 84 esista un vizio di
legittimità. IN ATTESA di decidere quindi se il ricorso potrà essere accolto si
ritiene che la C.M. vada sospesa: SOSPESA, NON ABROGATA.
Chi se ne intende un po’ di diritto e non vuole turlupinare la gente, sa che la stessa "sospensiva" potrebbe essere contestata dal MIUR con un ricorso al Consiglio di Stato e tutto tornerebbe come prima. "Da ora in poi, quindi, continua il comunicato dei Cobas, gli organi collegiali possono deliberare l'adozione della scheda di valutazione con i curricoli previsti dai programmi dell'85 per le elementari e del '79 per la media". Qui siamo al delirio; ma la cosa non deve meravigliare se gli stessi Cobas aggiungono che i coordinamenti genitori/insegnanti "avevano già impedito nella grande maggioranza delle scuole l'applicazione"
Cioè questi signori, arrogandosi il
diritto di dichiarare autonomamente l’illegittimità di una norma, avevano
anticipato l’esito del giudizio del TAR, impedendo l’applicazione della
norma stessa!
Sappiamo a questo punto cosa potrà succedere domani con il centro-sinistra al
governo: cosa ne pensa Prodi?
Per fortuna i Cobas rappresentano solo una scheggia dell’universo degli
insegnanti.
Ma veniamo al merito del ricorso. Non credo di cadere in contraddizione se dico che ho condiviso sin dall’inizio i rilievi di illegittimità della famosa C.M. 84 e di altre parti della Riforma, tanto è vero che l’ho dichiarato a più riprese anche nei Collegi Docenti da me presieduti e i miei docenti possono testimoniarlo; con ciò esprimevo una mia personale interpretazione, senza tuttavia arrivare alla non-ottemperanza delle norme. Il portfolio nella mia Scuola è stato adottato dall’anno scorso con molta prudenza e gradualità, ricercando nel nuovo strumento (già adottato in alcune Scuole sperimentali negli anni 90. Vedi "Progetto Orientamento" della Direzione generale Scuola media, 1996-98) quanto poteva essere utile a una valutazione "integrale" e "qualitativa" dell’alunno al di là di un semplice accertamento delle prestazioni. Sulla valutazione della religione cattolica, dopo aver deciso personalmente la separazione della scheda di religione, a seguito di una richiesta dell’insegnante di religione, mi sono attenuto alla lettera della C.M. 85/2004 che lasciava alle scuole la decisione in merito al modello di scheda e ho accettato che il Collegio mi mettesse in minoranza (riporto a tal proposito in calce, per chi volesse leggerlo, lo stralcio del verbale di un interessante Collegio Docenti).
Cosa succederà ora? E’ chiaro che siamo in pieno caos. D’altronde come fa il MIUR a non sapere che ai sensi dell’art. 10 del DPR 275/99 sull’autonomia i modelli di certificazione avrebbe dovuto essere emanati con un Decreto e non con una Circolare? Come fa dopo tre anni dalla L. 53 a non emanare il Regolamento richiesto dall’art. 8 della stessa 275 e mantiene in via transitoria le Indicazioni? Come si può non sapere che introdurre delle novità non previste nella legge-delega può portare all’accusa, giustificatissima, di "eccesso di delega" ? C’è incompetenza o arroganza nell’azione del Governo? Stento a dare una risposta.
Ma detto questo, mi pongo il problema: chi si è schierato contro i nuovi modelli di certificazione o ha avversato sin dal primo momento il Portfolio si è posto davvero in una posizione di contestazione "critica", ha provato a ragionare davvero su quanto di positivo ci poteva essere nelle nuove modalità di valutazione oppure si è schierato contro per ragioni puramente politiche o sindacali?
Onestamente REPUBBLICA commenta "C'è da aggiungere che il portfolio aveva creato non pochi problemi anche all'interno delle scuole, dove fino a ieri gli insegnanti non sapevano come comportarsi: il carico di lavoro richiesto dalla compilazione dei moduli per tutti gli alunni, infatti, avrebbe gravato i docenti di un enorme carico di lavoro" Problemi reali questi: e infatti gli studiosi nonché gli operatori scolastici onesti su questo avevano sollevato non poche perplessità.
Bisogna dire che l’Amministrazione ha fatto orecchie da mercante, ha trascinato la trattativa con l’ARAN lasciando le Scuole, e soprattutto i Dirigenti scolastici, in una condizione davvero insostenibile. A parole il Portfolio era obbligatorio (vedi le FAQ del MIUR), nei fatti si è lasciato che in molte scuole si facesse finta di compilarlo o addirittura si è tollerato che lo si "impedisse".
Ora la farsa dovrebbe essere finita; ma dubito che la delibera del TAR riuscirà a dipanare la questione. Come per il portfolio, così per gli anticipi e il tutor.
NON SI VEDE L’ORA CHE ARRIVI IL 9 APRILE!
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Estratto del Verbale del Collegio dei docenti 25 maggio 2005
A parere della prof. dii religione X ciò (separare le due schede) comporta una "discriminazione" nei confronti dell’IRC e contribuisce a collocare tale insegnamento in una posizione di secondo piano con evidenti riflessi sull’impegno degli alunni. Il Preside ribadisce che la dignità e il valore di una disciplina discende da altri requisiti, tra cui la professionalità del docente di IRC, che nel caso del nostro Istituto è indiscutibile. Pertanto la posizione contraria del Preside alla proposta della prof. Gonano non discende da un giudizio sulla persona o sulla disciplina quanto da valutazioni di carattere giuridico e culturale. Stante comunque la diversità di interpretazione a livello nazionale, pur non ritenendo materia di decisione autonoma del Collegio, nel dubbio rimette la decisione sulla proposta della Prof. ....al Collegio
Il prof ….. interviene dicendo che comunque la valutazione viene consegnata ai genitori e propone di inserire la valutazione dell’IRC nella stessa scheda. A giudizio del maestro ….. ciò comporterebbe anche un risparmio di carta e di lavoro per la Segreteria.
Dopo ampia discussione si procede con la votazione del collegio
Proposta per inserire la valutazione di
insegnamento della religione cattolica nella scheda
voti favorevoli 26 voti contrari 9 astenuti 8
Il preside si dichiara contrario, ritenendo non competente il Collegio a dirimere la questione, per cui interverrà nei modi previsti dalle norme per un chiarimento ufficiale in proposito.