09.09.2013
Sul decreto scuola del 9 settembre
di Paolo Fasce
C'è senz'altro un significativo cambio di vocabolario nel Governo Letta/Carrozza rispetto a quello di Berlusconi/Gelmini. Trovo particolarmente gradevole la rinnovata attenzione al mondo della scuola che è passata dall'essere uno “stipendificio” ad un luogo nel quale investire pur collocandosi nel quadro in cui “Le risorse sono limitate per cui abbiamo dovuto fare i salti mortali”. È vero che, dopo anni di vacche assai magre, “Le attese sono moltissime da parte del mondo della scuola”, come ha proseguito il Presidente del Consiglio nella sua introduzione in conferenza stampa. Piace anche l'accenno alla Costituzione Italiana nella quale quella che si occupa del diritto allo studio è “una delle parti più belle”.
Tutto questo consente di guardare ai singoli provvedimenti in un clima emotivo senz'altro sereno perché il Governo si è collocato in un quadro di rispetto dei propri interlocutori, siano essi i lavoratori della scuola, che gli studenti e i genitori e le loro legittime aspettative.
Naturalmente, almeno per quel che ho ascoltato in conferenza stampa, siamo nel quadro dell'ipervalutazione del proprio operato (oste, è buono il tuo vino?) perché i nodi essenziali della scuola sono solo lambiti, ma non si poteva pretendere di più in questo clima di instabilità e di avvio dei lavori parlamentari e del Governo che ha un solo elemento di continuità nella parte che ci compete in Marco Rossi Doria.
Bene gli investimenti sul tema del WiFi nelle scuole. Andrebbe accompagnato con vademecum formativi per dirigenti scolastici, insegnanti e genitori/alunni giacché è quasi certo che qualcuno protesterà contro le emissioni elettromagnetiche. I router wifi costano poche decine di euro, quindi una spesa affrontabile anche dalla scuola più scancagnata, ma quando mi sono proposto di installarli nella mia, il dirigente di turno ha posto il tema della sicurezza. Forse occorrerebbe chiedere ai dirigenti che non hanno ancora installato questa tecnologia, di relazionare sulle motivazioni di questa scelta e di provvedere quanto prima.
Se è vero che le ambulanze, le forze dell'ordine, i disabili e altre categorie godono legittimamente della facilitazione, non del privilegio, di circolare entro le corsie protette degli autobus, finalmente si riconosce agli insegnanti l'ingresso gratuito ai musei, come già succede in Francia, come piccolo tassello della formazione e aggiornamento. En passant, segnalo il fatto che il Comune di Genova da anni rilascia una card per il circuito museale cittadino, mentre quello di Firenze vergognosamente discrimina gli insegnanti precari facendo loro pagare il biglietto (“cornuti” per lo Stato, “e mazziati” dal Comune di Firenze; sarà una frecciata di Letta a Renzi?!).
Dei 100.000 contratti a tempo determinato per supplenze annuali, 38.000 sono di insegnanti di sostegno. Logico, pertanto, che emerga un piano di aggiornamento dell'organico di diritto, come segnalato in questa rubrica. Non è logico che vengano trattati diversamente gli insegnanti della scuola dell'infanzia e della scuola primaria, perché anche per loro poteva essere adeguato il numero dell'organico di diritto e l'assunzione al 100% su di esso non genererà mai sofferenza in quanto ogni eventuale soprannumerario potrebbe essere riassorbito dall'organico di fatto. Con maggiori accortezze (ma qui occorrono analisi matematico statistiche sui flussi demografici e pensionistici che latitano tra i giuristi che lavorano al MIUR) si può ottenere la stessa cosa nella scuola secondaria di primo grado, mentre resta difficile battere questa strada nella secondaria di secondo grado a meno di non introdurre l'organico funzionale.
Resta evidente il fatto che il piano di assunzione triennale, al netto dell'assunzione degli insegnanti di sostegno resa possibile dalla modifica del numero dell'organico di diritto, resta quella che si viene a determinare dal turnover, assai limitato per la questione dell'aumento dell'età della pensione.
Letta ha affermato che si vede l'inizio della soluzione del problema dell'assunzione degli ATA precari, bloccati dagli inidonei (che dovendo essere riconvertiti in quella funzione secondo quanto imposto da Brunetta, occupavano formalmente quella casella). Sembra un pannicello caldo, dovremo leggere il dettaglio!
Frequentando il mondo del precariato e le sue richieste, non vedo alcun riferimento al ritiro dei tagli, eredità della finanziaria Brunetta del 2012, ma apprendo della reintroduzione della geografia generale ed economica. Non ho mai visto manifestare questi colleghi, ma devono essere stati molto efficaci perché quelli di seconda lingua che chiedono l'abolizione dell'inglese potenziato, entro un quadro normativo europeo che richiede ai cittadini del vecchio continente di conoscere tre lingue, pur essendo molto attivi, non hanno ancora visto riconosciute le loro richieste.
Non vedo l'ora di leggere attentamente la normativa relativa al comodato d'uso di testi scolastici da attivarsi tramite reti di scuole. Attendiamo le contromisure delle case editrici.
Apprezzabile lo sforzo nella direzione della riduzione della dispersione scolastica che raccorda gli sforzi del MIUR con i Ministeri dello Sport e dell'Integrazione. Trovo eccellente che si sia anche affrontato il tema dell'orientamento degli studenti, coinvolgendo quelli del penultimo anno dell'ultimo ciclo. Giacché la Ministra ha parlato anche di estendere il Piano Fioroni, d'intesa col Ministero del Lavoro, mi preoccupo. Stiamo forse parlando della possibilità di assolvere il diritto all'istruzione a bottega?
Sul tema degli incentivi fiscali per donazioni a scuole, prevedo una nuova ondata di richieste di finanziamento tramite i contributi volontari, a meno che i dirigenti scolastici non vengano sapientamente e rapidamente edotti su efficaci tecniche di fundraising.
Finalmente il MIUR accetta le sue sconfitte giuridiche, ed ecco che il dimensionamento degli istituti scolastici verrà affrontato nella conferenza unificata, con il significativo coinvolgimento delle Regioni.
Grave che non si sia parlato dei neo abilitati tramite il TFA ordinario. Almeno non è stato un punto affrontato in conferenza stampa mentre sono testimone oculare dell'affermazione della Ministra che a Genova, la settimana scorsa, in un convegno organizzato dall'Università, aveva rassicurato sul tema un educatissimo neo abilitato che aveva posto la questione, ottenendo rassicurazioni.
La Ministra Carrozza (perché Letta si ostina a chiamarla “Ministro”?) ha parlato di una formazione dei docenti diffusa, in particolare finalizzata al tema dell'alternanza scuola/lavoro, del potenziamento nelle aree a rischio socio educativo, e dell'aggiornamento per le tecnologie digitali. Che Dio ce la mandi buona. Sono due anni che propongo corsi di aggiornamento nella mia scuola, quando vengo pagato profumatamente per farli fuori dalla mia scuola, inascoltato. Uno spreco.
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