02.03.2014
Scoop! Le
lettere personali - al Premier Renzi -
di due neo sottosegretari all’Istruzione (con chicca aggiuntiva sul terzo)
intercettate da
Aristarco Ammazzacaffè
Riportiamo di seguito le lettere al
Premier Matteo Renzi di due neo-nominati sottosegretari all’istruzione;
nell’ordine: Gabriele Toccafondi, classe 1972 (Associazionismo no profit
ed esperto pro paritarie) e Angela D’Onchia, classe 1962, imprenditrice e
presidente della Sezione Moda della Confindustria di Bari.
Sono arrivate in redazione non si sa come, non si sa quando.
Caro Presidente Renzi,
appena saputo, un minuto fa, della mia rinomina a sottosegretario (in
quota Alfano; nel maggio scorso ero in quota Berlusconi, ma i tempi cambiano
e io li inseguo) per l’ambìto dicastero dell’istruzione paritaria, desidero
esprimerle il mio più vivo apprezzamento per questa nomina che, certamente,
rappresenterà l’atteso argine, che il mondo cattolico del NCD si aspetta,
alla dilagante scuola pubblica del nostro paese.
Io, anche se sono stato sottosegretario all’Istruzione nel Governo Letta, so
poco di scuola, glielo garantisco, anche se lei già lo sa. Ne fa fede la
poca collaborazione (ma non per cattiva volontà, mi creda) con il precedente
Ministero Carrozza (e può informarsi se non è vero). Penso sia proprio
questo uno dei motivi per cui sono stato confermato al Dicastero
dell’Istruzione.
Ma un argomento mi appassiona e mi infervora di questo mondo: la parità
scolastica (e questioni connesse) per la quale il mio impegno - che ho
definito “programmatico” in un mio articolo che mi onoro di allegarle - sarà
militante e profondo.
Le anticipo comunque i titoli dei miei articoli, da “Il sussidiario.it”,
perché si renda conto meglio di che pasta sono fatto e di cosa possa fare in
coerenza e continuità con il mio impegno precedente. Eccoli:
DdL Stabilità e fondi alle scuole paritarie. Ecco come stanno le cose (incipit: 223 milioni alle scuole paritarie. Un regalo? No un reintegro ai fondi tagliati …)
Ecco perché la Chiesa non è privilegiata
ICI, attacco alla carità [sic! NdR]
ICI e Chiesa: ecco perché le accuse al Vaticano sono ingiuste
La difesa per la parità scolastica: un impegno programmatico.
Come può notare, sono un tipo di
sicura fede e civiltà cattolica, con il pallino delle specializzazioni. La
loro centralità è - ritengo - anima della modernità. Nel mio caso significa
quanto segue: “Pur ignorando sicuramente la scuola come istituzione e come
ordinamento, sarò, senza tema, un bravo sottosegretario delle paritarie.
Anzi il più bravo”.
Non so se mi spiego.
Nell’assicurarle che mi atterrò sempre e graniticamente alle sue decisioni,
sarò fedele al mio motto “Al servizio di tutti, servo di nessuno”.
Ovviamente, parlo in generale.
Se preferisce, ne ho un altro, di motto, “Vacillo, ma non crollo”, a cui
sono anche molto affezionato e che può ritrovare anch’esso puntualmente sul
mio sito.
Ancora complimenti per la sua scelta che mi ha
onorato e conti pure su di me, come da tempo fa il cardinale Bagnasco.
Gabriele Toccafondi, esperto pro paritarie
(lettera recapitata in giornata, appena saputo della nomina e, volendo,
consegnata direttamente al Premier. Non si conosce, a tutt’oggi, la
risposta, se c’è stata).
Caro Presidente Renzi,
Ho appreso, un po’ sbalordita, del mio
incarico a sottosegretario per il ministero dell’Istruzione, Ricerca e
Università.
Non so da chi è partita la proposta; penso, con un qualche fondamento, che
si tratti di un tiro mancino che mi hanno giocato i miei amici di Scelta
civica Popolari per l’Italia.
Quello che probabilmente lei non sa - e se lo sa, come ha potuto? - è che, a
soli 25 anni, ho assunto la carica di amministratore unico dell’azienda
paterna e nel 1988 ho costituito la Nocese Manifatture Srl, nel
Barese; e che dal 2011 sono presidente della Sezione Moda della
Confindustria di Bari. Per dire chi sono.
Ci tengo a richiamarle che l’impegno che mi si chiede in quanto
sottosegretario all’Istruzione non ha niente, ma proprio niente, a che fare
con i miei impegni professionali e civili. Sono argomenti - la scuola e
l’università - che non mi hanno mai attirato.
Rispetto, a mio modo, chi si interessa di scuola: a suo tempo ci sono andata
anch’io e da quando ne sono uscita non ci ho mai messo piede, neanche come
madre, avendo altro da fare.
Approfitto di questa occasione per ribadire che io sono in primo luogo un
imprenditore, con tanto di laurea in economia e commercio (penso), prestata
recentemente con interesse alla politica.
Ritengo perciò offensivo della mia dignità, della mia professionalità, ma
anche della mia vocazione, che mi si nomini sottosegretario di un dicastero
per il quale non ho competenze, né attrazione. Né mai ne avrò.
Le persone, caro Presidente, si valorizzano per ciò che sanno fare; e non
sono - io - una donna per tutti i dicasteri.
Guai - comunque - a quel popolo che facesse mercimonio di questo principio,
che per me - che tra l’altro sono cristiana, penso -, è abbastanza sacro.
Perciò rifiuto la nomina: per orgoglio professionale, per l’amore verso le
famiglie italiane e, volendo, per dignità personale.
Non l’accetto, fino a prova contraria, e non ringrazio neanche, per
principio.
I pugliesi - e a maggior ragioni le pugliesi - sono fatti così
Cordiali saluti.
Angela D’Onghia, imprenditrice.
PS. Caro Presidente, ma non le è
bastata la nomina a ministro della Guidi (tra l’altro in un dicastero
chiave per l’economia del Paese), esponente di punta della Confindustria (e
pappa e ciccia con Berlusconi)? Vuole puntare anche su di me, noto
(modestamente) dirigente della Confindustria di Bari? È, il suo, un
governo politico o il governo con Squinzi? Lo dico, ovviamente, come
cittadina. Poi, per il resto, fate voi.
(Lettera verosimilmente spedita il 28 febbraio al Premier Renzi e alla
stampa, ma mai arrivata a Palazzo Chigi, perché, per puro inspiegabile
errore, indirizzata al dott. M. Renzi, via del Candelabro, 00118 Roma.
Non avendola letta - questa lettera - il presidente Renzi ha proceduto alla
nomina dell’imprenditrice. Che si è già comunque insediata)
Del terzo sottosegretario, Roberto Reggi (Partito Democratico),
classe 1961, sindaco benemerito a Piacenza nel decennio 2002-2012, le
cronache registrano invece i foglietti (F) inviatigli dal Presidente Renzi,
durante la discussione sulla fiducia alla Camera (nella giornata del 28
u.s.), e la risposta dell’interessato.
F 1: Caro Roberto, ma tu a scuola ci
hai mai accompagnato, almeno una volta, i tuoi figli?
Risposta: Sì, più di una volta e parlavo anche con maestre e
professori. Perché?
F 2: Perfetto! Allora è fatta!