28.10.2013
La
proposta di Tiriticco:
l’Italia appassionata agli ordinamenti
di Stefano Stefanel
L’amico e direttore Reginaldo Palermo mi chiede un commento sulla
proposta di Maurizio Tiriticco (Linee
propositive per un riordino complessivo del ‘Sistema educativo di istruzione
e di formazione’), proposta che ho già sentito un paio di volte,
senza però che fosse possibile dibatterla. O forse semplicemente Tiriticco
non ha voluto dibatterla con me. Dunque raccolgo la richiesta di Reginaldo
Palermo e scrivo una sintetica opinione, ben sapendo che tutto finirà qui.
Potrei cavarmela dicendo: no, ma credo che la risposta sarebbe
presa come una chiusura netta ad un’idea invece interessante e stimolante.
Per cui il no finale nasce da una serie di no parziali.
Eccoli qua:
Io lascerei tutto com’è adesso e a normativa quasi invariata farei alcune cose:
abolizione legale del titolo di studio ed abolizione di questo tipo di esami di stato;
trasformazione del contratto docenti in obbligo di servizio per 1.200 ore annue complessive da destinare a lezioni in classe, correzioni, riunioni, esami ecc. e da organizzare nei tempo scuola esistente con un rapporto diretto docente-dirigente;
aggregazione dei sistemi tecnici e professionali in un VET SYSTEM;
trasformazione del tempo scuola in parte obbligatoria e parte opzionale (800 ore obbligatorie su 1.000 nelle primarie, 600 ore obbligatorie su 1.000 nelle secondarie di primo grado; 400 ore obbligatorie su 1.000 nelle scuole secondarie di secondo grado); l’opzionalità deve essere esercitata, ma non su tutto il tempo proposto (modello Finlandia, insomma)
stabilizzazione triennale degli organici nelle scuole;
modifica radicale del sistema valutativo.
Tolta la prima proposta (che necessita di una legge) le restanti si possono fare per via amministrativa. Un’altra riforma, no! La passione italiana per gli ordinamenti e la loro modifica ha già devastato a sufficienza la scuola.