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SCUOLA OGGI: Documenti e interventi sulla  politica scolastica della XVII legislatura

26.10.2013

Scuola superiore: sperimentazione a 4 anni
di Girio Marabini
 

 

Il Ministro della Pubblica istruzione ha autorizzato una scuola privata “paritaria”, il liceo internazionale “G.Carli” di Brescia, a sperimentare la riduzione a 4 anni della durata del corso degli studi superiori. Ci aveva già provato il ministro Berlinguer , negli anni 90, a portare  a 18 anni l’uscita degli studenti dal percorso scolastico, al fine anche di allineare la scuola italiana  al sistema della maggior parte degli stati europei. 
Tra le diverse  ipotesi in campo vi erano quelle di  fissare l’ingresso alla scuola elementare a 5 anni, che avrebbe comportato la riduzione della durata della scuola materna ma avrebbe lasciato intatto il numero di anni complessivo (13 anni), o di accorciare la scuola media  di 1 anno, che avrebbe significato di fatto la “elementarizzazione” (come si diceva allora) della stessa.
Dura fu la protesta del mondo della scuola e non solo, considerata la contrarietà di illustri pedagogisti sia all’anticipo a 5 anni che ad una riduzione o eliminazione di fatto della scuola media, scuola dedicata tradizionalmente ad una età, la preadolescenza, particolarmente difficile.
La possibilità di anticipare a 18 anni l’uscita dal sistema scolastico è stata successivamente lasciata all’iniziativa dei singoli attraverso il sistema dell’iscrizione anticipata alla scuola primaria (oggi la percentuale degli “anticipatari” è veramente esigua, contrariamente alle aspettative) e attraverso la cosiddetta abbreviazione per merito
(Possono sostenere, per abbreviazione per merito, l’ esame di Stato, gli studenti iscritti alle penultime classi che nello scrutinio finale per la promozione all’ultima classe hanno riportato non meno di otto decimi in ciascuna disciplina e che hanno riportato  una votazione non inferiore a sette decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline e non  inferiore a otto decimi nel comportamento negli scrutini finali dei due anni antecedenti il penultimo, senza essere incorsi in ripetenze nei due anni predetti (Fonte OM esami di stato)).
Ci si interroga oggi se sia proprio necessario tale anticipo, considerato che esso non può corrispondere semplicemente alla riduzione di un anno della durata del corso, ma deve essere conseguenza semmai  di una revisione complessiva delle discipline e della didattica , oltre che dell’organizzazione stessa (una nuova riforma quindi!).
Inoltre ci si chiede se il mercato del lavoro sia in grado di assorbire  tale uscita anticipata.  
Sullo sfondo naturalmente la diffidenza del mondo della scuola nei confronti di una sperimentazione che potrebbe portare ad una notevole riduzione degli organici .

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