DALLA
TAVOLA ROTONDA DI RE ARTU'
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Siamo a Samone, nella
scuola primaria G. Rodari.
Visto il numero ridotto che raggiungono insieme le nostre due classi: quinta e
seconda, rispettivamente di 9 e di 11 alunni, stiamo insieme nella pausa pranzo, vale a
dire dalle 12,30 alle 14,30. Quindi, se piove, dobbiamo anche condividere lo spazio della
nostra aula. "Cosa logica, scontata e facile" direbbe qualsiasi persona adulta
di buon senso.
Noi invece abbiamo qualche riserva su questa ipotesi...
Prima di tutto, noi di quinta siamo grandi e loro (i bambini di seconda) sono piccoli.
Noi siamo grossi e loro sono ancora fragili.
Noi sappiamo tante cose loro sono ancora molto vicini alla prima elementare.
Insomma ci separano tre anni di età e quindi apparteniamo quasi a due mondi diversi.
Vi pare poco?
Come faremo ad andare d'accordo per tutto un anno, soprattutto perché, visto che si
avvicinano i mesi invernali, dovremo condividere la stessa aula per due ore tutti i
giorni?
La proposta della maestra è stata di stabilire dei turni di tre settimane, in cui ognuno
di noi farà da tutore a un bambino di seconda.
Ci è venuta una interessante idea...
Finito il turno delle tre settimane, in una tavola rotonda, proprio come faceva re Artù con i suoi cavalieri, insieme ai bambini di seconda discuteremo i problemi e le cose positive che si saranno evidenziati. Prima di tutto ci siamo impegnati per conoscere meglio il personaggio del re Artù e le sue intenzioni: vi proponiamo alcune notizie storiche e le nostre riflessioni. Ricercando in internet abbiamo saputo che re Artù, pur essendo esistito, è considerato una figura leggendaria, infatti una volta non si documentavano i fatti con la scrittura, ma venivano raccontati a voce: riferendo oralmente le notizie, esse logicamente si arricchivano di contenuti fantastici. |
Noi abbiamo capito che: La Tavola Rotonda non è solo una leggenda: è una metafora; noi, come i cavalieri, dobbiamo comunicare e collaborare per trovare nel nostro gruppo la soluzione ai problemi che si presentano. Invece di sedere a capotavola e imporre la propria volontà, Re Artù si era messo alla pari dei suoi cavalieri. In questo modo facilitava lo scambio di opinioni e di idee fra i membri del gruppo e poteva conoscere le diverse abilità di ciascun cavaliere.
Anche noi, dialogando e conoscendo meglio i più piccoli, impariamo ad esprimere le nostre idee e i nostri sentimenti; ci sentiamo tutti uguali, ci possiamo aiutare e possiamo offrire al gruppo le nostre abilità nel disegno, nel gioco, nella musica ecc. Ognuno di noi ha la sua "intelligenza" e può metterla a disposizione degli altri se anche questi sono disponibili ad ascoltarlo, a capire quanto può offrire e a ricevere il suo contributo. Noi possiamo cogliere anche nei bambini di seconda le opportunità che essi offrono.
A cura della classe V di Samone