Direzione didattica di Pavone Canavese

teatro/scuola: uno spazio di dialogo tra teatro e scuola

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(02.10.98)

Le riflessioni

Proponiamo in questa pagina una raccolta delle riflessioni che di volta in volta vengono publbicate nella pagina principale della rubrica teatroscuola.

(02.10.98)

"...occorre evitare di parlare, a favore del teatro, di valore educativo e formativo con lo stesso spirito con cui ieri si parlava, a sfavore, di corruzione e peccato... Ecco, se diciamo che il teatro è formativo, dobbiamo dirlo come diciamo che una nuotata è salutare e non come lo possiamo dire di una iniezione di calcio." (G. R. Morteo, Ipotesi sulla nozione di teatro).

Gian Renzo Morteo (1924-1989), docente di Storia del Teatro alla Facoltà di Magistero di Torino nonché traduttore di autori come Eugéne Ionesco, Molière e Jean Tardieu, è stato un grande ispiratore del teatro per ragazzi ed ha dato contribuito fondamentale all’annosa questione del rapporto teatro-scuola-animazione teatrale. In particolare, in "Ipotesi sulla nozione di teatro" ha sviluppato una riflessione sugli elementi costitutivi del linguaggio teatrale di straordinaria chiarezza e coerenza

(17.10.98)

"Due cause appaiono in generale aver dato vita all’arte poetica, entrambe naturali: da una parte il fatto che l’imitare è connaturato agli uomini fin dalla puerizia (e in ciò l’uomo si differenzia dagli altri animali, nell’essere il più portato ad imitare e nel procurarsi per mezzo dell’imitazione le nozioni fondamentali), dall’altra il fatto che tutti traggono piacere dalle imitazioni."
(Aristotele, Poetica).

 

(16.11.98)

"Il teatro è l’arte originaria dell’umanità, è opera creativa completa che contiene in sé, in germe, tutte le altre arti."
(O. Eberle, Cenalora).

 

 

(16.11.98)

"Il teatro non è archeologia. Il non rimettere le mani sulle opere antiche, per aggiornarle e renderle adatte ad un nuovo spettacolo, significa incuria, non già scrupolo degno di rispetto. Il teatro vuole questi rimaneggiamenti, e se ne è giovato incessantemente, in tutte le epoche che era più vivo.
Il testo resta integro per chi se lo vorrà leggere a casa, per sua cultura: chi vorrà divertircisi, andrà a teatro, dove gli sarà ripresentato mondo di tutte le parti vizze, rinnovato espressioni non più correnti, riadattato ai gusti dell’oggi.
E perché questo è legittimo?
Perché l’opera d’arte, in teatro, non è più il lavoro di uno scrittore, che si può sempre del resto in altro modo salvaguardare, ma un atto di vita da creare, momento per momento, sulla scena, col concorso del pubblico, che deve bearsene."
(L. Pirandello, Introduzione al teatro Italiano).