giocando si impara ad imparare

GIOCHI, METACOGNIZIONE E CREATIVITA'

Quando gioca, e forse soltanto quando gioca, il bambino, come l'adulto, è veramente libero di essere creativo. D.W. Winnicott in Gioco e realtà

I bambini sono innatamente curiosi e creativi.
Una semplice definizione di creatività è quella di essere un'azione che combina elementi prima privi di nessi fra loro. Un altro modo di considerare la creatività, anche in ottica metacognitiva, è quello del gioco creativo delle relazioni intercorrenti fra pensieri ed oggetti.
Nel dare libero corso all'immaginazione del bambino, e stimolandone la creatività, il gioco puramente inventivo è anche una potente valvola di sfogo per tutte le ansie, le paure e le frustrazioni che si accompagnano inevitabilmente alla sua crescita. Bruner, a seguito di una vasta rassegna sulle ricerche condotte fino ad oggi sul gioco, avanza l'ipotesi che questa attività abbia un valore fondamentale nell'evoluzione delle specie e che, in particolare, nell'uomo assuma una funzione importantissima. Il gioco rappresenterebbe una attività ideale per l'apprendimento in quanto, presentandosi come una situazione senza rischi, pressioni o stati di necessità, e minimizzando le conseguenze delle azioni in chi lo compie, mette l'individuo nella condizione più favorevole per tentare nuove strade, inventare nuove esperienze, risolvere problemi. Infatti, a differenza del passato, si verificano mutamenti ambientali e culturali profondi a un ritmo sempre più crescente, mutamenti che richiedono atteggiamenti flessibili, comportamenti duttili e soprattutto molta invenzione e creatività.
La creatività è perciò l'abilità di generare idee nuove e utili, soluzioni a problemi e impegni di ogni giorno. La personalità creativa contempla l'abilità di tradurre i nostri talenti, doni, visioni in una realtà esterna che abbia connotazioni di novità ed utilità. Si parte dall'avere un'idea globale e il resto diventa una sorta di automatico bricolage della mente, come se questa lavorasse autonomamente e senza pressioni. Questo aspetto, che ovviamente non deve far passare in seconda linea il lungo lavoro e impegno che è alle spalle di ogni attività di tipo creativo, sembra far parte della capacità di generare elementi nuovi in modo quasi ludico o di individuare delle valenze inusuali in una realtà altrimenti già nota.
Nel processo creativo concorrono sempre due dimensioni differenti (ma interrelate) che possono essere considerate anche due diversi livelli di dinamiche metacognitive:
1. Il particolare medium utilizzato (ad esempio la pittura ad olio o una forma musicale), o il particolare processo (ad esempio problem posing e solving, o lo stesso approccio ludico). La persona creativa manipola quel medium con finalità creative.
2. La seconda dimensione è descritta dal "contenuto" concettuale che viene descritto dal medium. Ancora, la persona creativa descrive, cambia, manipola, esprime in qualche modo, creativamente, il concetto di tale contenuto.
Anche il gioco, d'altra parte, rappresenta un importante strumento cognitivo dove, egualmente, vengono avanzate ipotesi, simulati scenari, scartate soluzioni inadatte. E dove, soprattutto, vengono messe in campo delle visioni del mondo alternative, pervase da logiche diverse.
In ottica metacognitiva bisogna tener conto di almeno tre aspetti della personalità creativa:
· Il processo creativo dovrebbe ricalcare le fasi delle più comuni routines metacognitive
· La personalità creativa dovrebbe avere i tratti distintivi di padronanza delle abilità metacognitive
· Le caratteristiche dei prodotti della creatività dovrebbero essere valutati in base a criteri metacognitivi
La creatività fa capo ad un intreccio globale tra motivazioni interne e sollecitazioni sociali, bisogni e rinforzi, curiosità ed emozioni che nascono dall'aver scoperto o realizzato qualcosa di nuovo.
Se c'è qualcosa che già esiste, qualcosa che già è stato descritto, si tratta quindi di utilizzarlo in modo innovativo, di individuarvi degli elementi che vanno al di là delle sue apparenze o significati immediati. Il pensiero creativo può essere diviso in ragionamento divergente e convergente:
· Il pensiero divergente è l'abilità intellettiva di ideare in modo originale, diverso, elaborato.
· Il pensiero convergente è l'abilità intellettiva di valutare, criticare, scegliere in modo logico l'idea migliore fra molte.
Entrambe queste abilità sono necessarie alla produzione creativa. Il pensiero divergente è essenziale alla caratteristica di novità della produzione, mentre quello convergente apporta il criterio di appropriatezza.
Questo aspetto ci rimanda pertanto all'esistenza di una molteplicità di processi intelligenti, di logiche difformi rispetto a quella "istituzionale", evidenti a partire dall'infanzia, prima cioè che il pensiero venga strutturato attraverso il linguaggio e le griglie del pensiero adulto, orientato verso un fine prevalente.
La creatività ci si propone per un suo aspetto fondamentale che l'accomuna ad altri processi della mente: quello di far capo a un più globale intreccio tra motivazioni interne e sollecitazioni sociali, bisogni e rinforzi, curiosità ed emozioni che nascono dall'aver scoperto o realizzato qualcosa di nuovo. Creare, giocare, innovare, dar corpo a una propria idea: tutto questo non ci rimanda quindi soltanto ad una visione prettamente operazionale del cervello e dell'intelligenza ma ad un'ottica più generale in cui la mente prende forma a partire da un complesso gioco tra visioni del mondo, emozioni, desideri.