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(28.4.2001)

High Tech Mind (License): le competenze tecno-LOGICHE dei bambini
(di Marco Guastavigna)

È disponibile in edicola e in rete il numero 24 di Telema, rivista cartacea e elettronica che vale sempre la pena di leggere. Questo numero poi è particolarmente interessante perché affronta il tema delle differenze tra le generazioni in rapporto alle TIC. Il ragionamento è di tipo generale e quindi non riguarda solo la scuola e l'educazione, ma la lettura di alcuni articoli (Dovete smetterla, cari adulti, di voler "addomesticare la bestia", La lingua inglese è essenziale ma l'italiano e la storia di più, La generazione dei videogiochi è già pronta: crescerà simulando, C'è un programma di sviluppo, sta incominciando a funzionare, Dobbiamo spiegare ai bambini perché l'Occidente vince ancora, Il bambino cyborg ha capito: le macchine sono vive, o quasi), dei quali sono autori o nei quali sono intervistati vari personaggi che, sul piano pedagogico e epistemologico e/o sul versante istituzionale, si sono in questi anni dedicati al dibattito e alle iniziative relative alle TIC e alla didattica, colpisce perché dimostra come, al di là di una convergenza di superficie sull'importanza delle TIC, ci siano invece profonde differenze di impostazione, di intenzioni, di visione socioculturale della questione. In particolare è evidente il solco sempre più netto tra la  visione psicopedagogica e l'iniziativa ministeriale.

Per questo motivo facciamo seguire a pochi giorni dalla precedente, che riguardava gli insegnanti e gli allievi in genere, la nostra preannunciata riflessione sulle competenze tecnologiche dei bambini.

Abbiamo già affermato che «è sempre più evidente che tali continue modificazioni del profilo infrastratturale, comunicativo e socioculturale delle TIC rendono impensabile mirare a consolidare abilità operative e procedurali perennemente efficaci e rendono invece necessari lo sviluppo e la diffusione di una "mentalità tecnologica diffusa e precoce", intesa:
    a. innanzitutto, come "alfabetizzazione al senso", all'utilizzabilità in contesti dati e per scopi definiti delle TIC;
    b. come acquisizione via via più consapevole di strategie ergonomicamente efficaci per il dominio di una macchina complessa, ad alto tasso di interattività e trasformabilita di stato e di funzione, che impiega e genera oggetti immateriali mediante un'interfaccia iconica.»

Proviamo ora a meglio articolare, seppure in modo schematico, questa visione delle competenze tecno-LOGICHE in riferimento ai bambini, e quindi ai compiti formativi in ambito TIC della scuola dell'infanzia e primaria.

  1. Le tecnologie a scuola vanno viste come ambienti di lavoro da finalizzare alla realizzazione di progetti didattici e formativi di respiro ampio e non invece come oggetti di apprendimento autoreferenti;
  2. La lista seguente individua alcune attività che certamente si pongono in questa prospettiva, nelle quali le tecnologie di comunicazione, per la loro flessibilità, fungono da strumento di facilitazione e di amplificazione:
  3. Le loro specifiche finalità formative, il loro aggiungere sperifico valore operativo e cognitivo, restano pertanto la ragione fondamentale dell’introduzione delle TIC a scuola;
  4. È  indubbio però che l' impiego delle TIC in contesti e percorsi formativi definiti funge anche da moltiplicatore dell’acquisizione di competenze "generali" d’uso del calcolatore, cosi come appena definito in b.;
  5. Si mettono in moto infatti processi cognitivi una cui analisi e una cui descrizione possono essere buoni mezzi per ottimizzarli e per garantirne un’efficacia estesa a tutti gli allievi;
  6. Per l'efficacia di tale analisi e di tale descrizione è necessario disporre di una definizione della competenza d’uso del calcolatore concepita in prospettiva ergonomica e cognitiva, in termini appunto di "mentalità tecnologica";
  7. Proponiamo perciò una nostra definizione generale di mentalità tecnologica: "Capacità dinamica e evolutiva di utilizzare sistemi di rappresentazione di ambienti di lavoro e di intrattenimento in modo finalizzato a obiettivi di conoscenza e/o di azione,
       e quindi
    di capire e utilizzare correttamente le proprietà degli oggetti immateriali,
    di elaborare e applicare strategie operative, funzionali, combinatorie,
    di comprendere e risolvere situazioni;

  8. Le attività precedentemente elencate in 2 possono pertanto essere occasione di una acquisizione efficace, diffusa e precoce (da bambino) di tale mentalità (che sarà utile anche all'adulto per una buona padronanza delle TIC);
  9. Possono, più precisamente, essere viste, oltre al loro valore formativo intrinseco, anche come occasioni propedeutiche, a ergonomia implicita, per fare esperienza degli aspetti ergonomicamente strutturali sottesi all'architettura logica dell'interfaccia del computer :

La figura seguente, a titolo esemplificativo di come questa impostazione tecno-LOGICA possa concretarsi in attività di osservazione, stimolo e mediazione culturale degli insegnanti,  analizza in termini cognitivi e ergonomici strutturali le potenzialità d'uso offerte da un semplice ambiente di disegno per bambini, che in sé si assume possa  essere impiegato nel percorso formativo in funzione dell'acquisizione competenze grafiche:

Partizione dello schermo in zone:

- inerti vs. attive
- analogiche e testuali
- menu vs. icone
- di lavoro, di selezione degli strumenti, di attribuzione di proprietà agli strumenti, di manovra di insieme

Integrazione tra indicazioni analogiche e testuali Assegnazione di funzioni diverse al puntatore del mouse Conservazione da parte del mouse della sovrafunzione generale di attivatore e selettore
Annullamento dell’ultima operazione Archiviazione Apertura di un lavoro Creazione di un nuovo spazio di lavoro

Ci proponiamo di proseguire il discorso analizzando secondo la stessa prospettiva altri ambienti di lavoro.

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