Trebbiatura del grano nel 1940 "CASA BONETTO".

 

 

Questa foto è della trebbiatura‚ del 1940, 58 anni fa. A questi tempi il grano in campagna quando era maturo il contadino lo tagliava a mano e altri passavano dietro di lui e facevano come delle fascine che si chiamavano GERBE e le legavano,c'era sempre tanta gente a lavorare, anche i bambini. Quando il grano nel campo era tutto tagliato e legato,passavano e lo ammuchiavano in tante piccole capanne che si chiamavano CAPALE e le lasciavano al sole a seccare ancora qualche giorno, se pioveva bisognava disfarle tutte le capale perché il grano asciugasse bene e poi la sera rifarle. Dopo qualche giorno lo portavano a casa con il carro tirato dal cavallo che doveva fare un grande sforzo per tirarlo, a casa lo ammucchiavano in un grande pagliaio che si chiamava PAVAJUN. Dopo qualche settimana veniva la macchina in cascina che batteva il grano e venivano in molti a lavorare; c'era chi dal PAVAJUN buttava le gerbe sulla macchina, sopra due persone lo slegavano e le facevano passare dentro poco per volta, altre persone tagliavano la paglia che usciva da dietro , faceva tanta polvere, infine altre persone erano addette a togliere i sacchi del grano di fianco alla macchina e altri li portavano nel granaio. Certo che in confronto a oggi c'era tanto più lavoro a battere il grano, adesso si va nel campo con il trattore e il carro, la trebbiatrice lo butta dentro direttamente, in due ore fa il lavoro di giorni e giorni di tanta gente.

(intervista a Margherita Amparore, vedova Olivero, nonna di Marco)