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“La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione” G. Gaber
(18.11.2012)
Gli
internauti, gli infonauti e la politica
di Rodolfo Marchisio
Posto che il web non ha “compiti”, perché è un ambiente, una realtà e non è organizzato né normato, un ruolo formativo e sociale che il web, attraverso la famiglia, la scuola, ma soprattutto le esperienze personali dell’iperscuola (Calvani) vissute in modo critico, potrebbe svolgere sarebbe quello di promuovere la partecipazione dei giovani.
“La tecnologia riduce
l’asimmetria tra produttore e destinatario delle informazioni politiche,
economiche ...” 1 DD Cocco, Lucchini
Le TIC infatti modificano il rapporto autore - lettore o autore –
spettatore.
Il rapporto tradizionale è fra un autore e un lettore “virtuale”: entrambi
comunque attivi, perché chi crea deve non solo costruire, esprimersi, ma
anche “immaginare” un lettore virtuale che lo leggerà. Mentre il lettore
sceglie, immagina, ricostruisce ambienti e personaggi. 2 M.Proust
Ma anche rielabora informazioni.
Il web dà la possibilità a tutti (o
quasi) di diventare autori: di un blog, di un racconto, di
informazioni.
Dall’altro gli ambienti, dai giornali online, ai blog, ai siti stanno
diventando sempre più interattivi, bidirezionali, pena l’essere abbandonati.
Allora il web come struttura ha molte potenzialità per spingere a fare,
esprimersi, partecipare in generale.
D’altra parte i giovani che leggono giornali sono pochissimi, mentre un
po’ di più leggono libri, molti soprattutto nel periodo “scolastico” della
loro vita.
I limiti della voglia vaga di
partecipare dei giovani si vedono ad esempio nei Social network o in
certi blog o siti. Emerge l’interesse per una causa, ma poca
proattività e concretezza nel proporre idee nuove e realizzarle.
Per questo anche nella formazione scolastica - che non ha il compito di
insegnare l’uso delle TIC, ma quello di dare un senso – critico - e
una finalizzazione all’uso che delle TIC già fanno i giovani, aldilà
delle belle ricerche occorre insistere su esperienze (reali e
simulate) che colpiscano la sfera emotiva e relazionale e inducano a
riflettere prima, a modificare comportamenti poi. Cfr a proposito la già
citata
esperienza raccontata in Incontro con Bobbio. Fiera del
libro 2010 Torino
Come l’uso di blog o social network in modo finalizzato e critico, ma anche esperienze di democrazia “concreta”. Dai Consigli dei ragazzi con poteri reali, nelle scuole, ma anche nelle circoscrizioni e nei paesi, all’affidare il raggiungimento di un obiettivo amministrativo (ad es. l’uso di una vecchia struttura abbandonata) dalla decisione alla realizzazione (contatti con gli Enti, mediazioni, pratiche amministrative) a gruppi di giovani (G. Borgarello).
Perché la partecipazione è un’idea, una scelta che diventa realtà.
Democrazia, giovani e politica
Si tratta (per i giovani NdA)
di dare il proprio contributo a partire dal quotidiano per arrivare al
pubblico, al comune. Allargandosi in
modo concentrico. DD, P. Andreozzi
Il web, conferma il progetto DD, sembra offrire ai giovani:
Le TIC annullano le distanze e danno
voce a molti, anche se non a tutti.
I giovani sono apparentemente molto distanti dalla politica – seppure
spesso con voglia di partecipare o contare – ma molto vicini alle
tecnologie. Questa è la generazione dei nativi digitali che nasce
immersa nelle TIC, degli internauti, che navigano nel web, degli
infonauti, che s’informano prevalentemente sulla rete. L’ho trovato
in rete!!
Un primo obiettivo potrebbe essere quello di riscoprire insieme
non solo le potenzialità, talora sottoutilizzate e con alcuni punti di
criticità, dei canali di comunicazione ed espressione che già usano in campo
sociale, economico e politico o le fonti da cui traggono informazioni - la
cui attendibilità devono imparare a verificare - e su cui si formano
opinioni. Su questo il ruolo della scuola nel dare o nelle scoprire
potenzialità, senso, criticità può essere fondamentale. Cfr
Progetto di Ed. alla Salute
“Io consumatore, io utente: noi cittadini” SMS Bobbio Torino
ed altri.
Perché i nativi digitali sono nati immersi, da un lato nella Democrazia, dall’altro nell’uso delle TIC, come sono nati immersi nell’aria. Sono troppo abituati ad averle per pensarci. E non se ne accorgono se non quando facciamo mancare loro “un po’ d’aria”: ad es. attraverso simulazioni in cui si tolga loro una parte di un diritto (ad es il diritto di espressione) o si limiti la loro libertà nell’uso delle TIC; ad es. limitando l’uso del cellulare a casi di emergenza o finalizzando l’uso di social network e blog a comunicazioni tematiche e organizzazione eventi . Cfr. Progetto Diritto e rovescio SMS Bobbio e rete consultabile all’URL http://moourl.com/59guf
Allora un secondo obiettivo può essere quello di far conoscere e usare in modo critico e finalizzato i processi e gli strumenti di comunicazione sociale: rete, SN, cellulari finalizzati al raggiungimento di un obiettivo concreto, alla costruzione e organizzazione di un evento (ad es. un flash mob) e a forme di partecipazione con esito reale. Cfr. Progetto sopracitato
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1- Lo spunto iniziale di questa prima riflessione è legata al progetto Digital Democracy, organizzato da Microsoft Italia realizzato a Firenze nel 2011 e presentato nel maggio 2012 alla Fiera del libro di Torino. Il testo di questo seminario è scaricabile gratuitamente da Amazon su e-book. Le citazioni non altrimenti specificate provengono da questo testo
2- "Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso." [Il tempo ritrovato-Proust Marcel ]