Direzione didattica di Pavone Canavese

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(2.10.98)

10, 100, 1000 maglioni di sostegno:
l´handicap fa tendenza?

(a cura di Paola Tarino e Massimo Arras)

 

Linus e la sua coperta erano forse il prototipo dell´autistico griffato Benetton? Le pecore della Patagonia sono ¨politically correct¨?
Secondo voi Oliviero Toscani, con la sua nuova campagna pubblicitaria, ha voluto estendere l´handicap ai ¨normali¨ o normalizzare gli ¨handicappati¨?

Per intanto vi proponiamo

un primo ampio parere di una insegnante torinese (13.10.98)

ed un intervento di Aluisi Tosolini (16.10.98)

 

ANGELI GRIFFATI BENETTON
"Il mercoledì di Clara Sereni"

Contrariamente a quanto è successo in Gran Bretagna, la nuova campagna di Oliviero Toscani per Benetton, tutta giocata sugli ospiti di un istituto-modello per handicappati, non ha prodotto da noi particolari polemiche e turbamenti.
Sarebbe bello poter pensare che l´assenza di reazioni dipenda dalla presenza abituale degli handicappati nelle strade, nelle scuole, nei luoghi di lavoro. Sarebbe bello, ma non lo è: le persone con problemi gravi in giro non le vediamo quasi mai, e il loro destino resta sigillato da barriere architettoniche e mentali.
A scuola l´impegno per l´handicap si perde nelle classi troppo numerose e nella corsa al "prodotto".
Nei luoghi di lavoro gli handicappati, quando ci sono, sono meno gravi, quelli che non mettono in discussione i tempi e i modi del lavoro di tutti.
Ipotesi buonista: non c'è polemica perché le immagini raccontano un mondo in cui la diversità ha diritto alla moda, intesa come forma di cittadinanza: e in questa chiave, la presenza degli handicappati in pubblicità non può dirsi che positiva.
Ipotesi cattivista: in gioco ci sono i buoni sentimenti assolutori, quelli che fanno dire a più d'uno che gli handicappati sono angeli, in quanto tali diversi irrimediabilmente. Dunque da rinchiudere, per il loro bene naturalmente, in un apposito paradiso, eventualmente rappresentato da un istituto di suore sorridenti e caritatevoli.
Lontano dagli occhi, lontano dalla ragione, lontani da un'interazione vera con una società che tende a cancellarli, ma vestiti Benetton come noi, spastici autistici e down possono essere nient'altro che un mezzo di contrasto per confermarci normali.
da "Il manifesto" - 23 settembre 1998
La giornalista Sereni è fra l´altro madre di un ragazzo down, a cui il regista torinese Daniele Segre ha dedicato un film, presentato all´ultima edizione della Biennnale di Venezia.

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(10.11.98)

Sul tema abbiamo sentito il parere dei nostri lettori.
Ecco i risultati.

Hanno risposto

docenti             90%
genitori            10%
femmine           90%
maschi             10%

L' età di chi ha risposto è compresa tra i 29 e i 50 anni

Alla domanda "E' positiva la relazione handicap/pubblicità" le risposte sono state tutte affermative

Tra i motivi del ¨comunque SÌ o del SÌ condizionato¨, nonostante il disaccordo con la campagna pubblicitaria Benetton, prevale la visibilità al servizio dell´integrazione come conquista di un diritto per garantire la partecipazione a tutti.

Fra i commenti pervenuti segnaliamo una proposta particolarmente interessante:
¨Potremmo rispondere presentando le fotografie scattate nelle nostre aule polverose, con bambini handicappati senza maglioncino firmato, che giocano, bisticciano, imparano insieme ai compagni, affiancati da insegnanti certamente poco decorativi, ma ancora decisi (nonostante tutto!) a lavorare per tutti i bambini. Magari ci riuscirebbe di ¨vendere¨ l´idea di integrazione¨.