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“La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione” G. Gaber
(28.12.2014)
Quando
Google ci spia e quando le aziende manipolano Google
di Rodolfo Marchisio
Abbiamo
già visto come in Google la parte commerciale a pagamento, di marketing
spesso personalizzato e la funzione di ricerca siano troppo pericolosamente
mescolati. Pericolosamente ai fini di una ricerca efficace ed efficiente,
che è il motivo per cui usiamo un motore di ricerca.
Approfondiamo l’argomento, vedendo come Google ci studi e costruisca
sempre nuovi algoritmi di ricerca che se da un lato sono sempre più
“tagliati” su di noi e cercano di scartare le informazioni (gli URL) drogati,
dall’altra le aziende abbiano un tecnico apposta (talora un ufficio) per
sfruttare le posizioni migliori nella ricerca, quelle della prima pagina.
Questo tecnico si chiamo SEO e il suo mestiere è di studiare gli algoritmi nuovi
di Google ed altri motori di ricerca, per evitare passi falsi e usare le
tecniche adatte a piazzare il cliente in buona posizione, in prima pagina e fra
i primi. Falsando i risultati di una nostra ricerca
Il manifesto Cluetrain
Nel 1999 alcuni studiosi ed esperti di
comunicazione lanciano sul web un
manifesto in 99 tesi (che consiglio di leggere), per riformare il
linguaggio e le tecniche di comunicazione e promozione in funzione del web.
In base a queste tesi: Se qualcosa è buono o cattivo comunque lo sapranno
tutti, I mercati sono fatti idi esseri umani, qualunque cosa tu offra la voce
umana è sostanzialmente aperta, naturale, non artificiosa,….. Vedi
discussione in corso.
Oggi invece è in atto una vera guerra tra Google che cerca di evitare di essere
imbrogliato e questi tecnici che studiano tutte le nuove versioni del motore di
ricerca e dello
spider che “legge” velocemente i siti per classificarli, per evitare errori
e sfruttare nuove tecniche.
Come funziona
Se lo spider legge per parole
chiave, come, dove, quante parole chiave mettere in una pagina? Anche
ripetute inutilmente o scritte col colore dello sfondo.
Google capisce ed evita questi errori con un nuovo spider.
Funziona allora per numero di articoli, citazioni, interviste, citazioni
in SN di un sito? Allora si cambia strategia e si evitano inutili
ripetizioni di parole chiave…
Funziona per posizione della parola chiave, per citazioni in SN, (quante
volte e quali SN)?
Scarta se il sito viene citato in siti di serie B con tanta pubblicità e
scadente? Allora ci si adatta e si scartano questi siti.
La semantica del web punta a contenuti reali, non viziati da
tecniche e trucchi, ma non possiamo, né noi né Google evitare questo
manipolazione delle informazioni.
Per le aziende è meglio questo che fare inserzioni a pagamento che gli utenti
(noi) imparano a evitare e scaduto il contratto spariscono.
Allora Google si sforza di conoscerci, di capire le nostre dinamiche come
persone e utenti, sino a tentare di personalizzare le risposte in base alla
storia (cronologia) di ogni singolo utente.
Vuol dire che se tre di noi cercano Shoah possono trovare una
gerarchia diversa dei siti utili a seconda dei siti che hanno visto prima.
Potremmo essere studiosi, studenti, negazionisti etc.
Quindi Google ci spia e cattura la nostra cronologia dal nostro PC. Sa molto
di noi, troppo. Per chi vuole essere sempre aggiornato sugli
algoritmi di Google.
Il suo obiettivo è anticipare la richiesta dell’utente in base alla sua
storia/cronologia. Ad es se scrivo la parola “pesca” Google sa già se sono
una agricoltore, un pescatore o una che fa le marmellate…e mi da risposte
diverse.
Sa anche dove abito, in base alla lettura del mio indirizzo IP (ogni PC ne ha uno).
Conclusioni
1-
Il compito del SEO è costruire un sito conforme
all’ultimo algoritmo di Google, drogando la ricerca
2-
Google ci spia ed ha di noi troppe informazioni
personali: diritto all’oblio e privacy sono diritti violati.
3-
Google è in lotta con le aziende per non farsi
strumentalizzare e per strumentalizzare noi.
4-
Google è in lotta con i grandi Stati (USA e
Cina in testa) che vogliono farsi dare le informazioni su di noi da chi ce
l’ha (Rodotà); il Datagate è solo un episodio di quella che è la guerra
del web 3.0 tra grandi multinazionali che vivono sul possesso dei nostri
dati e gli Stati che li vorrebbero. Ma se Google cede i nostri dati che sono la
sua ricchezza, di cosa vive?
Chi ci rimette? Noi che
a- vediamo violata la nostra privacy, il nostro diritto a sparire (oblio, Rodotà) pur usando la rete
b- non possiamo fidarci dei risultati delle nostre ricerche
Cosa fare?
Dobbiamo
smettere di usare motori di ricerca o la rete? Nemmeno per sogno.
Meglio imparare a mettere a punto tecniche per proteggerci da furti, falsi
dati, perdite di tempo.
Cominciando dalla conoscenza che è l’anticamera della
consapevolezza e dell’azione critica
Se verificare o confrontare le fonti era già
un problema chiave, questa è una nuova competenza metodologica di ricerca
che dobbiamo sviluppare, strettamente legata al mondo digitale.
Torneremo, con l’aiuto di altri, sui problemi metodologici nuovi che la rete pone alla ricerca.
NB Per chi da grande volesse diventare Seo Google: Francesco De Nobili, Guida al web marketing con gli strumenti di Google, area 51 anche su EB.