giocando si impara ad imparare
LA VALENZA METACOGNITIVA DEL GIOCO
Giocare è un'attività caratteristica dei bambini, considerata come tale fin dai tempi più antichi e nelle più diverse culture. Tuttavia, solo gli studi più recenti hanno messo in luce i molteplici aspetti del gioco agli effetti della formazione della personalità. Biologi, psicologi, sociologi hanno dato diverse interpretazioni che rispecchiano aree d'interesse e orientamenti delle varie discipline.
Si tratta il più delle volte di studi e ricerche che arrivano a conclusioni diverse ma non contraddittorie, in quanto vengono presi in esame di volta in volta gli aspetti particolari della complessa attività.
Il bambino apprende giocando e il suo gioco diviene spesso raffinata strategia di esplorazione e conoscenza del reale. Possiamo perciò affermare che il gioco sia una modalità di vita e di apprendimento, i giocattoli strumenti di vita e di apprendimento, giocare necessità e scelta di vita e di apprendimento.
Mediante le attività ludiche il bambino apprende dapprima ad esplorare il mondo che lo circonda, quindi a scoprire, sperimentare, raffinare nuove abilità e, una volta dominate queste, è pronto per più impegnativi compiti, quale, ad esempio, l'apprendimento finalizzato dell'alfabetizzazione culturale.
Per J. Huizinga tutte le forme culturali nascono in forma ludica, la cultura è innanzitutto giocata: " (…) ciò non significa che il gioco muta o si converte in cultura, ma piuttosto che la cultura, nelle sue fasi originarie, porta il carattere di un gioco; viene rappresentata in forme e stati d'animo lucidi: in tale "dualità-unità" di cultura e gioco, gioco è il fatto primario, oggettivo, percepibile, determinabile concretamente; mentre la cultura non è che la qualifica applicata dal nostro giudizio storico dato al caso".
Piaget sostiene che il gioco ha un proprio sviluppo che è strettamente legato allo sviluppo dell'intelligenza e nel quale, come risulta da indagini particolari, si possono riconoscere tre fasi principali che corrispondono a tre livelli dello sviluppo intellettuale:
a) fase dei giochi di esercizio, che corrisponde al livello dell'intelligenza sensorio-motoria;
b) fase dei giochi simbolici, che corrisponde al livello della formazione del concetto e del simbolo;
c) fase dei giochi con regole, che corrisponde a un livello intellettivo più avanzato con la completa assimilazione della categoria della reversibilità e la capacità di cogliere contemporaneamente più aspetti della soluzione di un problema.
Il gioco è utilissimo ai fini dello sviluppo dell'intelligenza in quanto attraverso esso il bambino si prepara alle fasi successive.
L'assimilazione egocentrica, come egli definisce il gioco, è ancora più evidente quando, avendo raggiunta la tappa evolutiva dell'acquisizione del concetto e del simbolo, il bambino si crea una situazione simbolica per propria soddisfazione personale. In questa fase è più che mai evidente il rapporto tra lo sviluppo intellettivo e ludico: se il bambino non fosse arrivato al concetto delle cose, non potrebbe scindere il significato dal significante e trasferire il significato su un altro significante.
Lo stesso discorso vale per i giochi con regole che richiedono operazioni mentali più o meno complesse (si pensi al gioco delle carte, degli scacchi), presuppongono il raggiungimento di una determinata fase cognitiva e costituiscono esercizi validi per l'attività intellettiva.
Attraverso il gioco il bambino sperimenta numerose abilità, mette alla prova le proprie potenzialità, saggia la socialità, sviluppa strategie di approccio e conoscenza del mondo che lo circonda: opera concretamente percorsi metacognitivi.
Non solo il gioco simbolico, ma anche altre attività ludiche, i giochi di movimento, le costruzioni, i giochi di gruppo, hanno molto spesso effetti positivi sullo sviluppo delle abilità metacognitive e della personalità in generale.
Il gioco può avere durante l'infanzia un'importantissima funzione nel processo di identificazione in quanto un individuo acquisisce l'identità del proprio io attraverso la stima di sé e la consapevolezza di aver fatto delle conquiste reali socialmente riconosciute. Va infine considerato il cruciale significato dei giochi con ruoli e regole per il nascere giudizio sociale e morale dei bambini, così come dei giochi tradizionali. Inoltre tutti i giochi che richiedono l'acquisizione di regole o strategie esatte per il loro svolgimento, possono essere considerati come tecniche di didattica metacognitiva applicabili alle prime fasi evolutive: domino, dama, memory, tris, battaglia navale, giochi di carte, e chi più ne sa giocare, più ne metta.